Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/143

ne acorse, dixe: — Buffaraco, or viene senza spavento, ché in mano abiamo buono unguento; e gagliardo vieni, a saltoletti, ché la sfogliosa è gorda de burnetti. — Intendendo questo zergo. Bellocchio, scoppiando tuttavia dentro delle rise, usci fuori del fossato, nudo come nacque, cum passi grandi, tardi e lenti, menando questo bracio e quell’altro; e, perché era uomo de capillo negro e calvo, e grando de persona (secondo ho inteso), ed essendo nudo e peloso, e soffiando ed urlando come un tauro, ed essendo de nocte e vedendolo misser lannes verso sé venire, ebbe tanto spavento, che, uscendo fuori del cerchio, se gettò a lato il Zoppo per secureza, e dixe, vedendo il capo de Bellocchio quasi tutto calvo: — Maestro, costui per certo doveva essere uno qualche gran prete. — A cui rispose il Zoppo: — Misser, el fu uno abbate, il quale è poco tempo che quivi per eretico fu brusato. Ma non abiate timore per niente: venite meco securamente, descendiamo giuso per questo Monte e andiamoli presso. — E cusi fecerono; e, andandoli incontro. Bellocchio cum certi acti della persona e voce strana faceva gran spavento al scolaro e mostrava de gettarseli adosso. II Zoppo alora, prendendo una picola pietra, la gettò pianamente verso Buffaraco, dicendo: — Non essere malto, non venire piú avanti; pónte in branzoni, e questo nostro gallico amico, senza farli male, a cavallo a casa sua prestamente porta, e poi a suo piacere qui sano e salvo lo reporta. — Alora Bellocchio, come quello che ben sapeva fare l’arte, ponendosc in branzune, e il Zoppo prendendo il scolaro per mano e confortandolo a non avere paura, el fece montare a cavallo de Bellocchio, pe: l’arte magica deventato Buffaraco; el quale, portandolo sopra uno fossato ivi vicino e densissimo de ortiche e de spini, glielo gettò cura gran destreza dentro, fugt lido subito dove era misser Piero Coso e li compagni in la vigna nascosi, li quali scoppiavano de le risa. Il scolaro adunque, vedendose gettato nel fosso e ferrito da le ortiche e da li spini, e pieno de paura, cominciò a gridare: — Miserere mei. Deus, secundum magnnm misericordiam iuam! — al quale grido correndo il Zoppo ferlezando, che se smassellava de le risa,