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vostro, perché, non smarendovi, vedereti quasi tutto el mondo e tutti li pianeti del cielo, purché l’occhio vostro li possa comprendere. E fra l’altre stupende cose vedereti corvi o, a dire meglio, cornachioni garrulare a la luna, quando mostra la sua rossa ciera, in megio de la quale iace uno orribile ucello, che in lingua greca se chiama «babione», che, facendo cum l’ale grandissimo vento, la fa fredda, per temperare il sole: che fia cosa molto stupenda. — 11 scolaro, per la adimandata elezione del luoco divenendo alquanto dubioso de non essere gabato, perché in tutto non era de rude ingegno, respose: — lo non vel voglio dire, se non quando saremo questa sera per essere in facto. — A cui il Zoppo: — lo sono contento. — Or questo concluso, e il scolaro partilo da lui, se ne andò ’ a trovare Bellocchio, suo compagno, dicendoli: — Bellocchio mio, io voglio far ad uno scolaro la piú alta piacevoleza che tu vedesti mai, da cui ne guadagnaremo uno buono scolto. — E, contandoli tutto il processo, alfin li dixe: — Fa’ che questa sera sequente sei in la tua bottega cum Guardabasso da una ora e meza de nocte, e sta’ in modo che tu me senti parlare, perché, concludendose el facto, farò quella via. E, quando dirò, fermandomi a l’usso tuo, verso il scolaro: — Qual loco aveti voi electo, misser lannes? — e da lui sera nominato, passato che averemo la tua botega, uscirai de quella e, dispogliandoti prima nudo, cum uno camisoto de becaro intorno, anticipando tempo, ivi abscoso starai: dove, poi che giunti seremo, quando farò vista de scongiurarti, chiamandote per nome Buffaraco, virai nudo senza camisoto e senza veruna cosa in capo, cum acti spaventevoli, cum orrida maniera e cum voce aguta, come so che sai fare, e, secondo te comandarò, operarai. E, come tu me senti venire verso te, farai cenno, gelando una picola pietra dextramente e cum cauto modo, dove serai, aciò sapia quello abia a fare. E sopra tutto fa’ che te nascondi fra qualche fossato ombroso e denso de fronde, erbe ed ortiche, adciò paia, quando serai chiamato, ch’eschi de l’abisso. Ma non venire se prima non sei scongiurato tre volte, e a l’ultima sta’ un duodecimo d’ora a venire; e, venuto che sarai, il prenderai a cavallo e