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septe anni nel modo aveti inteso, sempre cum devote orazione pregando la Regina del cielo che la traesse de tanto aflanno, in questo tempo, essendo sempre stato, cum strazio del corpo e cum cruciato de Tanimo, Filoconio tenuto da quilli pirati in galea, pur alfine fu liberato, per essere stati dicii pirati da la potentissima armata de’ genuisi presi e crudelmente morti. Per il che, tornatosene a casa tutto mutato da la sua prima forma, per la intolerabile fatica avea durata e perle passione de l’animo suo, vedendose privo de la gloria regale e della sua cara Eugenia, se apresentò dinanzi a la regina e disse: — Altissima regina, Dio ve dia quello conforto che disiate ! Cognoseiime vui. — Epsa, guardando sottilmente e non cognoscendolo, perché era pallido nel viso, cum la barba rigida e atorta, e trasformato e male vestito, dixe: — Non io te cognosco, povero omo. Che sei tu, che questo me adimandi? — Lui alora: — Come non cognoscete? Ahi misero me e in mal punto certo nato, poiché la fortuna me ha facto tanta guerra e reducto in tal abito e forma, che mia madre non me reconosca! Io sono, madre mia degna, el vostro figliuolo Filoconio, che tanto tempo sono stato ne le mane de’ crudeli pirati, da’ quali ho avuto quella compagnia ch’el mio aspecto dimostra. — La madre de novo, giá stimolata dalla coniunzione del filiale sangue, da capo a piedi piú sutilinente guardandolo, e spogliandolo nel pedo, dove sapea ch’el figliuolo aveva una voglia de una persica, e quella trovando, subito se li gettò al collo, dicendo: — O dolce figliuol mio, tu sii per mille volte el benvenuto! Sia ringraziato el paradiso e Dio, dapoiché nanti a la mia morte te ho veduto ! Oimè ! tu sei stato tanto tempo da me lontano, cum tanto mio tormento, ch’io non so in che modo viva me trovi ai •»re‘5ente. O dolce vita mia, o unico albergo de tutti i miei pensieri, o sola speranza dell’afilicta mente, quanto gaudio, quanta letizia sente al presente la madre tua, poiché ha nelle sue brazze el suo caro figliolo, da sé piú che la sua vita propria amato! Oh giorno felice, oh tempo lieto, oh ora beata, ch’io te vedo! E voi tutti, citadini, tutti triunfate, poiché è venuto a vederve el vostro signore, cum el quale potreti eternalmente vivere tranquilli, come