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era nato, transferiti. Existimando adunque l’excelsa nostra communitate essere questo segno de perpetuo vinculo d’amor e fede, ordinòe, secondo che cantano li nostri annali ne l’archivo publico reposti, per ricevere quilli onorificentissimamentfe, spendere quatromilia libre de bolognini; onde, oltra le altre pompe e triunfí singolari, vestirono cinquanta gioveni de li nostri primi citadini de vari e diversi colori de seta, i quali sopra potenti cavagli, coperti de damaschi e veluti, givano per tutta la cita, armegiando e cantando versi in onore della contratta pace e de l’umana virtú de Azzo Estense. A la cui volontá volendo satisfare el nostro popolo, nella chiesia catedrale nostra cum gran festa gli fece cavalieri, donando a ciascuno de loro una vesta a maniche larghe de drappo alexandrino, recamata tutta cum gigli d’oro, e a sexanta scudieri aveano cum loro, uno vestito per uno de drappo rosso e bianco facto a quartiero, insegne della nostra illustre republica. Or, rimasto al Studio Pirreo in compagnia d’altri figliuoli de prestantissimi omini e signori, quali eran in quel tempo nel Studio de la nostra citá (dove se trovava el numero de diecimilia studenti e piú) ne l’exercizio delle lettere dimorando, per divenire de principe valoroso figliuolo, accadde ch’el primo giorno di magio (nel qual di, come a quisti tempi ancora vedere potemo, tutta la nostra citá ride d’erbe, de fiori, de fronde e de verdi arboselli a Marte consacrati, e ribomba de strepito de potenti cavalli e de cavalieri coperti de nitide arme e verde fronde, e in multi luochi, e specialmente da casa de generosi citadini, se drizano alte sedie, e sopra quelle in abito de regina se poneno a sedere bellissime e nobilissime giovene, a le quale dal doppo disellare incontinenti fino a l’ora del vespro ogni viatore per propria liberalitá dona qualche moneta o de rame o d’argento o d’oro, secondo la sua qualitá, che poi se converte in una domestica merenda) questo gentilissimo cavaliero, cavalcando sopra uno candido cavallo, accompagnato da dui suoi nobili compagni, per la terra, per vedere le famigliare e amorose feste, capitò da casa de uno nostro coniuncto, quale fu el conte Anseimo da Loiano, signore de Loiano e d’altre castelle, magnifico e de nobile progenie nato, come gli antiqui monumenti