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DCXVII

AL SIGNOR GIOAMBATTISTA CASTALDO

È in dubbio se attribuire il consiglio di non venire a ossequiare a Milano Carlo quinto a interessamento sincero o a invidia. Raccomanda Gian Tommaso de Negri. Io non so, fratello e padrone, se i consigli datimi circa il non consentire ch’io venga a la corte, come vi scrissi e quale mi era risoluto, sono causati da l’amore che altri porta a la mia presenza, overo da la invidia che pur s’ha ai miei accrescimenti; e, non lo sapendo, non mi dolgo di questa e non mi lodo di quello, anzi, nel restarmi tra due, mando messer Gian Tomaso dove desideravo ritrovarmi io. Onde prego Vostra Signoria che lo vegga con quella fronte che vedreste me, che raccomando a la caritá de la boutade di lei la integritá de la mia benivolenza. Di Vinezia, il 17 d’agosto 1541.

DCXVIII

AL CAPITAN GIAN DA TURINO

Raccomanda Francesco Ferrieri. Se io non vi avesse scritto un pezzo fa per messer Taddeo da Fano, creatura di colui del quale ancor voi séte creato, riputandoci noi due una cosa medesima, circa il non averci altrimente mandato lettre l’un l’altro, son certo che iscusareste me appresso di voi, con allegar le trascuraggini che di continuo defraudano gli oblighi ch’io ho di visitarvi, come io scuso voi inverso di me, con inferirci l’occupazioni di quella milizia che ognor si prevale dei vostri servigi, onde non potete pur pigliar fiato, nonché inviarmi carte. Veramente io vi scrissi per via del