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prender io la penna per esprimer con essa qualcuno dei concetti soliti, la mia memoria pare una donna che sta per disperdere, la quale, infastidita (in del vivere, si sazia dei cibi ch’ella ha dinanzi senza niente assaggiarne. Adunque le persuasioni, con le quali vorreste ch’io vi invitasse 1 ch’io vi infiammasse e ch’io vi constringesse a scrivere, son necessarie a me, che anco non ho scritto riga che meriti di esser letta; perché a voi, che nasceste con certezza e non con isperanza di essere immortale, si conviene il premio di quel riposo libero, nel qual si gode il barbaro vincitore in ogni corso, benché il saper vostro si afTatiga sedendo. E che sia il vero, egli, mentre gli avidi del fausto de la (ama si sforzono di varcare il profondo pelago de le iscienze, governa con la mano de la somma sua autoritade il timone de la nave che gli sostiene; onde eglino in virtú vostra aprono i passi, che gli serrano le tempestose difficultá de le scritture. DÌ Vinezia, il 23 di maggio 1541.

DXCVII

AL PIGNA

Ottimi i finocchi mandatigli in dono dall’amico. Io mi tengo ben buono poiché uno uomo onesto e circunspetto, come è il mio messer Nicolò, facci ognor segno di amarmi per via de le sue continue cortesie. Onde io, che veggo il cor vostro in qualunche presente mi mandate, ho accettato i finocchi consegnatimi dal corriere con quello animo con cui accettai le confezzioni, che voi proprio vi degnaste portarmi. Intanto mi rallegro che Cortona, per antiquitá e per vicinanza quasi consorte d’Arezzo, abbia prodotto una persona, de la quale non pur ella si può e vantare e valere, ma Ferrara ancora; imperoché Tesser voi di presenzia nobile, di natura splendida, di