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gli occorrono. Si che non vi maravigliate s’egli, che ha il modo a esser servito, va servendo altrui. Io non ve lo raccomando altrimenti, perché fur tali le amorevolezze che gli usaste giá, che son securo di ciò che gli usarcte adesso. Dipoi mi parrebbe farvi ingiuria di voler ritrar coi preghi quel che solete largir per natura. Oltra di ciò, una persona dotta, valorosa e gentile, come lui, è per farsi accarezzar per se stesso. Onde vi dirò solamente che, nel ragionarvi egli il perché ritorna a Milano, aiutiate il negozio impostosi da se medesimo in prò degli amici, non vi scordando di ramentare al marchese come io l’amo con affetto intrinseco e sopraumano. Peroché Sua Eccellenza è lo specchio nel quale il collegio dei buoni scorge il fine perfetto de le speranze che si pongono in lui ; ed è certo che niuno altro gli guarda, niuno altro gli soccorre e niuno altro gli raccoglie. Ma perché non è egli re? perché non domina egli il mondo? Benché vai piú una minima voce de la sua fama che quanti regni e quanti domini sono in terra; e, quel che vai piú, esso crede a Cristo: cosa che si comprende in pochi. Di Vinezia, il 17 d’aprile 1541.

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A 1.0 IMPERADORK Non perché inviate con molto ritardo, sono meno sincere le sue congratulazioni pel coraggio dimostrato da Carlo quinto nel recaisi l’anno precedente a Parigi, presso il re Francesco. Sacratissimo Carlo, io non ho speso il tempo da me indugiato a scrivervi in contemplare il flusso de l’acqvia, la fermezza de la terra, la vivacitá de l’aria e la veemenzia del fuoco; peroché, essendo il poter far maggiori opre arbitrio de la singultir mercede, del largo dono, de la libera grazia e de lo splendido benefizio di Dio, doviam piú tosto godere degli elfetti de le cose che maravigliarci de la causa che le produce. Certo, io non son