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movimento, che, in benefizio de la patria, in gloria de la religione e in memoria di sé, fece a la Prevesa il suo consiglio grave e il suo animo invitto. Ma, se in virtú di si fatte azzioni il buon vecchio si vive nel core di quegli che non lo vidder mai, che debbe egli fare nel vostro, che gli séte nipote?

Di Vinezia, il sacro giorno di natale 1540. Quel senno illustre, quel valore ardente (qual sa Cesar e Pier con Marco uniti), móstro dal gran Cappel nei salsi liti, onde tremáro i legni d’Oriente, risplende in questa sua forma eccellente, mossa coi propri spiriti graditi, da Tizian si vivamente usciti, ch’ognun di lor rispira, intende e sente. Però scorgesi in lei, oltre lo ingegno, oltre l’ardir, con cui suase il Doria a darsi l’ale e a tórre al Turco il regno, qual per Cristo s’armò, a quanta gloria la patria alzava, e come a l’uomo degno il vetato combatter fu vittoria.

DLXIX

A MESSER LUIGI AMICHIMI

Invia un sonetto indirizzato a santa Caterina, nel quale si loda il marchese del Vasto. Ammira un Ganimede dell’Anichini e saluta caramente Alfonso Correggiaro. Io vi mando, amantissimo fratello, il sonetto fatto a santa Caterina, il quale mi si chiede per lettre vostre costi da Ferrara. Ma io mi dolgo di non poterlo accompagnare con uno di quei presenti che si ricchiegono ai commodi de la lodata e ammirata vostra vita e virtú. Certo che, se in me fosse la facultá che non c’è, vedreste negli effetti che io non ho basso Panimo