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conservi; perché, s’egli mancasse, mancaria il suggetto de Tesser di noi, che dependiamo dei principi de le sue commendate fatiche.

Di Vinezia, il 22 di decembre 1540.

DLXVII

AL MARCHESE DEL VASTO

Gli rinfaccia garbatamente di non aver soccorso il Nardi; gli manda, scolpita in bronzo (per opera del Sansovino) la figura preposta alla l ’ila di sanla Caterina e lo schizzo di Tiziano tíe\VAllocuzione promessa; e gli raccomanda Gianfrancesco del Saracino. Egli è pur vero, signore, che i cieli sforzono gli animi altrui a riverirvi, non a lor dispetto, ma a un certo mo’, che, se ben questo e quello vede quanto è pericolosa la pratica signorile, non si può tenere di non isviscerarsi il petto per offerirvi ogni suo fervore. Testimonio il Nardi, vecchio venerabile, il qual, mosso da la cagion sopradetta, ne lo intitolarvi il suo Tito Livio , antividde il levarsegli dei cinquanta scudi e dei cinquanta altri che gli davano Tanno due gran personaggi, c, antivedendolo, ha piú tosto voluto rimanerne senza che non dedicarvelo. E, per venire a me, dico che, ancora che io mi sia continuamente arabbiato nel pensare come sia possibile che mi neghiate quel che mi ha dato lo imperadore, non ho potuto fare di non distillarmi lo intelletto a compiacenza del volume impostomi. E, per parermi cotal soma, intollerabile a le spalle di Tomaso nonché a le mie, di poco peso, ci ho aggiunto la figura ch’è insieme con la Vita de la santa, che non vi si è mandata piú tosto per il gran tempo andato in gettarla di bronzo e in nettarla nel modo che vedete. Come si sia, io vi prego ad aver caro il presente, conciosiaché la volontá supplisce in tutto quello che manca il dono. Il qual se ne viene accompagnato dal quadruzzo, che vi indrizza Tiziano, accioché egli