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come, fondandosi su questa lettera, asseriscono i bibliografi, ma nel 1539, come ha dimostrato il Bertani (op. cit., p. 353), anzi nel settembre 1539, come appare nel modo piú chiaro dalla lettera al marchese del Vasto del 21 settembre di quell’anno (l, 167). Conseguentemente la dedica di quell’opera alla marchesa del Vasto (giú annunziata dall’A. al marito di lei con la lettera del 25 marzo 1539: cfr. 1, 126) non può essere posteriore alla data che noi le abbiamo assegnato, e cioè al settembre 1539. Lettera 465 (1, 172). Reca in atnendue le ristampe la data del 25 novembre 1540. Ma le prime parole di essa mostrano che fu scritta qualche giorno dopo la pubblicazione della l’Uá di Maria Vergine, e quindi nel settembre o al piú tardi nell’ottobre del 1539. Lettera 491 (1, 211). Nelle ristampe è collocata dopo una lettera del 27 febbraio 1540. Ma l’ultimo giorno di carnevale in quell’anno ricorse il io febbraio. Lettera 541 (1, 242). Nelle ristampe è dopo una lettera del io aprile. Ma la festa di Pasqua ricorse, nel 1540, il 29 marzo: il * terzo giorno di Pasqua» e cioè la seconda festa, venne dunque a cadere nel 31 marzo. Lettera 578 (il, 44). Reca nelle ristampe la data del 29 aprile 1541. Ma dal contesto appare evidentemente anteriore alla lettera a Cosimo de’ Medici del 17 marzo di quell’anno (11, 47). Bisognava, quindi, o anticipare la prima (cosa che abbiamo preferita) o posticipare la seconda. Lettera 579 (11, 45). È datata nelle ristampe «2 ottobre 1541». Ma, poiché in essa si parla di monsignor Giovanni Guidiccioni come di persona ancora vivente, deve essere anteriore, se non al 26 luglio 1541, giorno della morte del vescovo di Fossombrone, almeno al 3 settembre di quell’anno, giorno in cui l’A., edotto della perdita del suo venerando amico, la piange amaramente (lett. 625, n, 101). Abbiamo creduto per altro anticiparla di parecchi mesi e di collocarla ai principi del 1541 (e avremmo potuto forse assegnarla a dirittura al 1540), perchè la lettera di raccomandazione al Guidiccioni a favore di Francesco Lazioso con te sue pratiche conseguenze (per la quale il capitano Antonio Lazioso voleva offrire all’A. quel compenso pecuniario che questi ricusa) è affare che risale fin al 27 febbraio 1540 (lett. 498: I, 220). Lettera 590 (11, 59). L’ingresso di Carlo V a Parigi ebbe luogo il i n gennaio 1540. Ciò non ostante, abbiamo conservata a questa lettera la data del 26 aprile 1541, sia perché l’A. stesso si scusa di essersi congratulato con l’imperatore con molto ritardo, sia anche perché con siffatta data combinano quelle di s|>edizione della medesima lettera (che assai probabilmente fu stampata in foglio volante) all’ tluesca (il, 63) e al Doarte (11, 65). Lettere 688-690 (il, ióo sgg). Queste tre lettere sono tra quelle inserite senza data a principio del volume, come si è accennato piú sopra. Che sieno tutte tre contemporanee risulta chiaro dal contesto. E debbono essere certamente anteriori alla lettera al capitan Falloppia del 4 maggio 1542 (il, 165), nella quale l’A. discorre delle liete accoglienze fatte alla