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quelle forme grafiche arbitrariamente ammodernate dall’editore parigino. Nei casi, infine, in cui amendue le ristampe presentavano il medesimo errore o la medesima lacuna, abbiamo procurato di correggere o di supplire noi. Di tutte codeste nostre correzioni ci riuscirebbe assai agevole compilare ed esibire al lettore l’elenco completo. Ma dal ciò fare ci distoglie la considerazione che un elenco siffatto sarebbe tanto lungo quanto inutile. Correggere errori di stampa sui quali non può cader dubbio (0; aggiungere o espungere qualche «che», qualche «di», qualche «e», qualche «non» o qualche altra particella (*); e rabberciare, infine, qualche endecasillabo di dieci o di dodici sillabe ( 3 ); ci sembrano di quelle piccole libertá, che, adoperate con discrezione, un editore può pure permettersi, senza esser costretto a enumerarle caso per caso (4); specie quando si tratti di un testo come le lettere dell’A., antichi»; ed. 1609, «gli artigli»; — lett. 377, ed. 1547, «altezza», «animo»; ed. 1609, «alterezza», «amico». E via continuando, giacché il lettore vorrá contentarsi di questi esempi scelti saltuariamente nelle prime pagine, senza pretendere un inutilissimo elenco di varianti, che occuperebbe, a dir poco, una dozzina di pagine. (1) P. e., lett. 388, «stupirá», corr. «stupirla»; — lett. 389, «da le stupende pompe», corr. «de le s. p.»; — lett. 390, «Niuno mi stimi in si mal senno ch’io non conosco», corr. «conosca»; — lett. 394, «dovreste dare», corr. «doveste dare»; — lett. 411, «da che i basci de l’anima e gli abbracciamenti de la fratellanza», corr. «da che i b. de l’amicizia», ecc.; — lett. 418, «ed esultano con insolito modo di letizia», corr. «ed es. con ins. moto», ecc. — lett. 426, «Piero» in rima con «feretro» e «dietro», corr. «Pietro»; —ivi, «ne lo sparar colui» (si parla della morte di Francesco Maria della Rovere), corr. «ne lo spirar», ecc. ecc. (2) P. e., leu. 383, «abbia avere», corr. «abbia ad avere» ; — lett. 387, «data la venerabile donna vostra», corr. «data a la vcn.» ecc.; — ivi, «accomodandovi a costumi nuovi e a osservare le leggi varie», corr. «a osservare leggi varie»; — lett. 390, «il cor mio non consuma in si fatte passioni», corr. «non si consuma»; — lett. 395, «i quali hanno sempre bisogno cibarsi», corr. «bis. di cibarsi», ecc. ecc. (3) P. e., lett. 426, v. 38, «con i gran discorsi e pensier alti» (io sillabe), corr. «con 1 gravi», ecc.; —lett. 430, v. 1, «Lo spirito c’ha l’effigie in carte e in oro» (12 sillabe), corr. «Lo spirto» ecc.; — leu. 650, v. 4, «l’essempio d’ogni spirito pellegrino» (12 sili.), e v. 6 «pingo e scolpisco umilmente in carte» (io sili.), corr. «spirto» e «umilementc», ecc. ecc. (4) Di sole quattro nostre correzioni crediamo opportuno rendere piú minutamente conto, essendo esse tali da recare qualche lieve modifica al testo. Per due di esse si veda piú sopra p. 278. Le altre son queste. — Lett. 440 (1, 136). L’ediz. 1547 (p. 136) ha : «et il mio non ui rispondere se non che uerrel a inchinarmiul caustò dal credermi, che il uergerio con l’hauer posto ne la sollecitudine d’un momento loariuar qui, et il di qui partirsi imitando lo in un punto del balenare, et del tonare». Quella del 1609 f. 73 a) è conforme, tranne la legittima correzione di «caustò» in «causò» e quella arbitraria di «ne lo» in «nello». Ma il periodo resta sospeso e non