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DCCXCIX

A MADONNA ISABELLA MARCOLINA

È dolente della indisposizione che la travaglia, anche perché il Vasari non può farle il ritratto prima di partire da Venezia. Per due cagioni, comare onoranda, mi duole la indisposizione vostra: l’una per il patire de la istessa persona, l’altra perché Giorgio non può ritrarvi inanzi che si parta. Ma come non si vergogna il male a lasciare in sanitá le migliaia de donne, che non meriton la vita, e tenere inferma voi, che séte degna di viver sempre? Ma, perché il mondo va cosi, recatelo in pacienzia, ringraziando Iddio che giá comincia a cessare; onde spero che tosto risplenderete con la vaghezza dei colori usati. Talché apunto nel suo ritorno potrá l’egregio spirto rendervi viva nel quadro che brama di farvi, ai piè del quale penso scriverci il sonetto promessovi. Intanto guardativi dai disordini che tuttodí vi tempestano, imperoché piú doviamo riprendcrvene quanto men dovereste incorrerci. Ma che importa a voi lo esser ingegnosa, prudente, se non sapete astenervi da quelle cose che vi nuocono, mentre che esse vi dilettano? Di Vinezia, il 28 d’agosto 1542.

DCCC

A LA INCLITA MADAMA MARGARITA [D’AUSTRIAj Augura a lei e al marito Ottavio Farnese un figliuolo. Poiché la santa mansuetudine di quello imperadore, che di voi è padre ottimo e di Cristo familiar diletto, consente che la sincera divozion mia se le mantenga serva, ho pensato di laudarlo col tenervi laudata e riverirlo con lo avervi in riverenzia; imperoché negli onori, che vi si intitolano, si comprendono quegli che si debbono intitolargli. Ecco che altri affigge