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DCCLXXIV

A MESSER PIERO VANNI

Lietissimo che nella segreteria di Enrico ottavo d’Inghilterra sia il Vanni, italiano e persona cortese, Io prega di voler consegnare a sur» tempo il secondo libro delle Lettere al re, cui è dedicato, e di mettergli in buona grazia l’autore. È gran ventura la mia, da che mi son deliberato di seguitare con lo stile di tutto il rimanente del mio studio gli onori del grandissimo Enrico, re potente d’animo e di tesori, clic appresso i secreti de la Maestade Sua con intrinseca taciturnitá di fede si ritrovi la modesta sufficienza de la nobile Signoria Vostra ; onde posso sperare che uno uomo si ottimo e si prestante non manchi del suo perpetuo favore a la fermezza de la mia speranza. E, avenga che non foste mosso a lar ciò per conto de le condizioni de le virtú e dei meriti che non sono in me, vi ci moverete per esser voi cortese, per esser voi gentile e per esser voi italiano. Onde io potrò con libero animo entrare ne la lode del serenissimo re d - Inghilterra, la inclita Corona del quale è piú tosto il benigno seno de la Fortuna che mortale uomo. Onde supplico quella discrezione e quella integritá, che vi ha fatto caro a cotanto principe, che aiutiate me, che confido talmente in voi, che non dubito de la soite che mi tiene oppresso. E, perché io so che sapete che altri ha bisogno di amici non meno nel tempo prospero che ne lo avverso, mi rendo cerio che non isdegnarete me, che non solo mi vi offerisco in amicizia, ma in servitú ancora. E però nel porgersi a l’Altezza del signor vostro il libro che le ho intitolato, siatemi largo d’uno di quegli uffizi, che io desidero ottenere e che voi potete farmi. Intanto e la mente, che mi forma le ragioni, e la lingua, clic mi esprime le parole, non niancará ili pensare e di parlare de l’obligo che io arò con la bontá vostra per la cagion di ciò.

Di Vinezia, il 13 di agosto 1542.