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de le donne egregie e magnanime, non vengono se non cose eccellenti e reali. Ma con che potrò io mai ristorarvi l’atto di si graziosa liberalitá? q tal gratitudine ve ne debbi) io rendere? Poiché in me non è altra facultá che di parole semplici, prego Iddio che vi conservi in quella bellezza somma, di cui ancora si ammira il mondo; e, per piú vostro contento, piaccia ala Maestade Sua di conservarvi in lunghissimo processo di vita absoluta da tutti gli umani accidenti. Intanto moltiplichino da un lato gli onori del vostro gran marito e da l’altro afTrettinsi gli accrescimenti degli illustri figliuoli di voi; avenga che il valor, di che séte ornata, è degno che diveniate felice ne lo adempimento d’un si fatto augurio. Si che statevi exultando in lui, conciosiaché il mio voto è onesto e il vostro merito granile. Di Vinezia, il io d’agosto 1542.

DCCLXX

A MESSER AGOSTINO ABONDI

Quale beneficio gli ha fatto l’Abbondi, facendogli riacquistare la protezione deH’amb.isciatore di Francia a Venezia! O fratello e padre e padron mio, con le medesime orecchie ch’io udirci qualsivoglia aviso di felicitá, ho udito il con quanta e con quale integra severitá di mente mi avete restituita la grazia de Io imbasciador di Francia, uomo scorto da lo splendore che esce dal lume de la sua proprissima bontade. Ma èmmi egli nuovo il sapere ciò che sa far lo Abondi in prò di coloro che sanno ricorrere a le discrezioni del suo grave e fedel consiglio? Or Dio volesse che quel, che vi dissi due di sono, vi fusse da me stato detto due mesi fa, ché non sarei forse nel bisogno, che è per sempre tenermi la inregolata prodigalitá, che ajora mi discosterá da la miseria, a la qual mi appressa, che voi ci porrete la mano. Di Vinezia, il 11 d’agosto 1542.