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avenga che il rallegrarsi de le cose, che non possono essere altrimenti, è un maravigliarsi che elleno sieno successe in cotal modo, onde si fa quasi fede che ciò causi piú tosto la benignitá d’altri che la degnitá propria. E però, sendo cosi, rivolgerò cotal cerimonia in dirvi che sommamente mi piace che siate ritornato di si strani paesi con molta maggior prosperitá che non ci andaste. D’il che ringrazio Iddio con alletto lervido, conciosiaehé, nel conservar voi, conserva una persona che non si può formare nel concetto, nonché esprimere con la lingua. Dolce e mansueta è la complessione vostra, cortese e liberale la natura che avete, e generosa e virile la mente che vi regge. La viltá de l’avarizia non è conosciuta da voi. L’ira, aversaria del consiglio e de la prudenzia, non si accosta punto a la temperanza, che vi rende l’animo consolato e pacifico. Intanto il cor vostro si sta aperto a chi lo cerca, come la vostra casa, né sapendo negar cosa che vi si chiegga, non vi si porge mai prego indarno; ma, perché inducete le persone, con la benignitá de le parole, a la benivolenza e, con la larghezza dei fatti, a la conversazione, ognun vi ama e ciascun vi seguita. E di ciò puote arossirsi quella Fortuna, che, nel perversarvi, dimostra troppo di sceleratezza e, nel non acquetarvi, poco di avedimento. Benché la bontá di Dio è per essere conforme a le speranze che in lei tenete, a onta de le varie inconstanzie che la predominano.

Di Vinezia, il 20 di giugno 1542.

DCCXVII

A MESSER GIULIO ROMANO

ell’amico è il Romano! Promette sempre di venire a Venezia, e trova poi sempre mille pretesti per rimandare il viaggio. Se sapesse come sono in collera per ciò l’Aretino e Tiziano 1 Se voi, pittore illustre e architetto unico, dimandaste ciò che fa Tiziano e a quel che attendo io, vi sarebbe risposto che il pensiere di noi due non cerca altro che di trovare il modo