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DCXLVI

AL MARCHESE DEL VASTO

Per tenerlo a bada, dice (non troppo veracemente) di aver finalmente compiuta la Vita di san Tommaso di Aquino. Ecco, o signore, che, si come i comandamenti dei vostri prieghi mi fecero giá comporre la Vita di santa Caterina regina di Af/essandria , cosi le forze de le vostre indegnazioni mi hanno ora fatto scrivere la Istoria di san Tomaso ptincipe di Aquino. Benché è suto di piú mia modestia il provocarvi a sdegno col tanto indugiarvela. che non saria parso di mia vergogna il movervi a premiarmi col non ve l’avere punto indugiata. Peroché, nel ritardar io cotanta opra a la volontá che ne tenete, ho mostrato la paura messami da la grandezza del suggetto, e non l’audacia datami da la presunzione de lo ingegno. Onde quanto maggiormenie sono per simil cosa nel cor de la disgrazia de voi, tanto piú fede acquista l’avvertenza di me, che, per non poter far altro, ho in ultimo voluto piú tosto che mi si dica temerario e ubbidirvi, che avanzarmi il titolo di ostinato e non vi ubbidire. E, con questo, mi inchino a la Vostra non meno religiosa che magnanima Eccellenza.

Di Vinezla, il 12 di genaio 1542.