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Postscritla. — Il chiarissimo Varchi non men nostro che suo, per esser venuto a vedermi a punto nel serrar di questa, ha voluto che per mezzo di lei vi saluti da parte di quello animo che di continuo tiene appresso de la Signoria Vostra.

DCXXXVI

AL CARDINAL PISANI

Raccomanda il prete Angelo Franco, aspirante a un canonicato nella chiesa di San Martino da Piove. Se la viltá de la mia condizione si avicinasse tanto a la nobiltá de la vostra quanto la nobiltá de la vostra si avanza sopra la viltá de la mia. direi che la maraviglia, che io ho preso nel sentire isforzarmi a scrivervi, aguagliasse quella che pigliate or voi nel vedere le lettere che io vi indrizzo. Ma, perdi’ io soglio piú tosto ubbidire chi mi comanda che stupirmi di ciò che mi vieti comandato, lascio il carico de l’ammirazione su le spalle de la bontade vostra, e, mentre vi chieggo perdono de la temeritá che in ogni modo io uso, giurovi che a me son venuti alcuni gentiluomini dei grandi di questa cittá magna, i quali (ancora che sappiano che io non tengo altra famigliaritá con voi che la servitú che vi si debbe e per la eccellenza del sangue e per la divinitá dei costumi e per la degnitá de la prelatura) hanno però mostrato di volere che io gli impetri grazie appresso di voi, non perché la intercession mia gli bisogni, ma perché si sappia come la mansuetudine vostra è tale, che consente di esser disposta fino da coloro che non la conoscono se non per vista e per fama. Si che voi, in gloria di si preclara virtú, concederete, con la pensione che piú vi parrá, a prete Angelo Franco il canonicato vacante ne la chiesa di San Martino da Piove. Gliene concederete, dico, si perché il capitolo il chiama, si perché la riciiiesta è minima e si perché