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la qual cosa chi vede voi scorge l’ultimo dei terribili; conciosiaché il piú forte esperimento, che di se medesimo possa fare il corpo e l’anima, è l’essilio, percioché la miseria sua è guidata dal pericolo e da la disperazione. La modestia de la vostra onestá, tosto che scendeste le scale proprie per salire l’altrui, cedendo ai fati, dipositò in mano de la fortuna presente quegli onori, quelle magnificenzie e quei magistrati che vi può rendere la sorte futura; e, movendo il passo ai cenni del destino, raccomandaste a la volontá di Dio la caritá de la moglie, la dolcezza dei figliuoli, la tenerezza dei parenti, la gioconditá degli amici, la commoditá del patrimonio e la consolazione de la patria; e, di cittadin fiorentino, fattovi gentiluom del mondo, vi disponeste a sostenere i carichi dei suoi accidenti con la virtú de la fortezza, constrignendo la infelicitá del bando ad aquetarsi. E ben fate a farlo, poiché per cagione, non de l’essilio (il quale ne porta con seco nobiltá e compassione), ma per bontá del proprio valore trovate in ogni cittá, in ogni terra e in ciascun paese aiuto, riguardo e ricetto; talché solo voi godete dei sinistri suoi, perché voi solo sapete ripararvi da le molestie dei suoi casi. E buon per coloro, che, amoniti da le calamitá che egli porge, umiliano la superbia de la vita con il panno che vi ricopre : abito conveniente a lo stato in cui vi tiene il cielo, e non a quello nel quale dovria tenervi il merito. Veramente l’essilio, unigenito de la parzialitá, sorella de la ambizione, è il maestro che insegna ai seguaci de le sue contraversie, non pure a moderar le voglie, a temperar l’ire e a sopportare gli affanni, ma a riconoscere Iddio e a lui rivolgersi e in lui sperare, imitando voi, che, per osservare la sua religione come si debbe, e non come si sii, sentite ridervi lo spirito, pensando a la virilitá che la divina misericordia ha data a la venerabile donna vostra, e tornavi lieta ogni noia, udendo con quale affetto, nei continui bisogni, ella diventa a la comune famigliuola, di madre, padre e, di padre, madre; onde i parti del seme vostro ne la etade acerba, facendo gli uffici de la natura, mostrano ne le necessitá quello che non potrebbono mostrar negli agi. Ora specchisi in voi chi cerca trasformarsi in voi; e, ciò facendo,