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virtú, riordinarete con esse il mondo. Né si creda che l’augurio di tal pronostico tenda al fine de l’utile o del favore, percioché io ho avezzo in maniera l’animo a sofferire gli accidenti de la fortuna, che non esco dal proposito de la mia integritá per i suoi beni né per i suoi mali. Io parlo in lingua de la veritá, seguendo col giudizio l’oppenione dei saputi; e l’onestá del dovere in voi è l’antico de la stirpe, il sincero de l’etade e l’avertito de la discrezione. Séte nipote di tre papi e instrutto da tre conclavi. Ma, se le vite dei grandi si avessero a bilanciare, la religione istessa quelle terria migliori, che piú peggiorano amando; perché, dove è amore, è bontá, umanitá e liberalitá, e i petti, in cui regna si nobile affetto, aborriscono i contrari loro. E, quando la generosa Alterezza Sua non avesse altro in sé che odiare l’avarizia, non doveremmo noi chiedere un vicario di Cristo cosi fatto?

Di Vinezia, il 5 di luglio 1538.

CCCLXXXIII

AL MARCHESE DEL VASTO

Chiede scusa del suo linguaggio troppo franco, e non parlerá piú di pensione. Voi séte, signor, tanto eccellente di gloria, che l’affezzione e lo intelletto, con cui vi amo e celebro, non possono far segno di ciò: onde io non sono conosciuto da la grazia d’Alfonso perfettamente. Ma, se il fervore e lo ingegno arivassero a subietto tale, stimareste forse la mia servitú altrimenti ; talché le parole, che mi uscissero de la penna, sarieno da voi laudate, non riprese: benché, in qualunque modo Vostra Eccellenza le pigli, me lo reputo felicitá, nonché favore. Scrissi quanto mi dettò lo sdegno de la necessitá, non pensando offendervi. Ma io giuro per i vostri onori che piú tosto sofferirò il disagio che, provocato da lui, andare a rischio di perdere si alto