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CCCLXVII

A MESSER LODOVICO DA CASTRO

Lo prega di consegnare al legato di Parma la lettera ccclxv. Poiché la bontá di messer Ottaviano Scotto mi ha acquistati due amici, dico voi e il signor Viviano Latto, piaccia ora a la cortesia vostra e sua di acquistarmi un padrone. E so che me lo acquistarete, degnandovi di presentare la letra, ch’io con questa mando al legato reverendissimo e illustrissimo. E, se la superbia de la richiesta è grande e la condizion di chi vi richiede piccola, vinca la umanitá, di che séte pieno, la indegnitá de l’una e la de l’altra presunzione.

Di Venezia, il 21 di giugno 1538.

CCCLXVIII

AL SIGNOR VALERIO ORSINO

Chiede scusa se non gli ha ancora rimandato, a causa dell’altrui furfanteria, un cavallo avuto in prestito. Del poco credito, ch’io mi acquisto bontá de la mia boutade, ne fa fede la villania, che a la cortesia vostra ha usata, col non avervi rimandato la chinea, il mio giovane, andatosene a Milano con tre servidori e tre cavalcature : pompa e spesa da insoperbire e da disperare un cardinale. Ma è pur vero che anch’io imito l’usanza dei principi, lo stranio appetito de’ quali indora sempre qualche pecora. Per Dio che, se non fusse ch’io non vo’ tórre il piacer de l’umiltá al facile de la mia natura, lo ristituirei al remo, dal quale io lo tolsi! lo feci chiedere a Vostra Signoria illustrissima da messer Bonifacio da Narni un ronzino in presto, solo per rallegrar la servitú antica col mostrare