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CCCLVIII

AL CAPITAN CAMILLO DI CAULA

Loda le geste militari di lui e del padre, e lo esorta a fare anche meglio per l’avvenire. Non potrebbono da voi, che foste figliuolo di quel Francesco, che, mentre visse, non lasciò indietro cosa che si appartenesse a la degnitá d’un uomo strenuo, uscire se non uffizi e opere simili a l’opere e agli uffizi che dimostrate in mio prò. Certo che non preterite punto dagli andari de la onoranda memoria del predetto padre vostro, il cui nome viverá sempre ne la ricordanza de la milizia, imperoché egli le fu accrescimento di onore e di gloria. Testimonio, oltre l’altre vittorie sue, la palma che a la Vernia, presente il gran Giovanni de’ Medici, ne la etá di cinquantacinque anni, riportò del nimico in campo libero e aperto. Onde voi, instrutto da si fatto essempio, fate di continuo fede, per via dei negozi de Tarmi, che meritate di ereditare la fama e la virtú di cotanto e di cosi fatto duce. Ecco: Iddio, riguardante il cristiano senno e il catolico valor di voi, consenti il riscatto, che vi tolse dai legami infedeli, rendendovi a la libertá nativa. Non piacque a la sua misericordia che un giovane si pronto in esseguir le cose onorevoli e giuste rimanesse in si empia cativitade. Talché voi, sincero riconoscitore di cotal grazia, riserbate la vita ne le occorrenze de la sua religione. Intanto vi state in modo ordinato ne la molta di voi prudenzia, che lo intento dei vostri militari desidèri promettono, a chi vi mira, la somma di quella lode e di quello onore, che nel cerchio de la mente con tanta ansia di pensiero vi move sempre a pigliar la spada con la mano de l’animo. Benché l’ora, che dee mettere cotal vostra imaginazione in opera, si appressa; e però rallegratevene e, rallegrandovene, ricordatevi che la vita d’un soldato a voi simile si clarifica e si perpetua ne la guerra, bramata dai pari vostri.

Di Vinezia, il 16 di giugno 1538.