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servile, ma il volto con dimestichezza fraterna. Benché, nel trovar lo inganno de la fama, restai simile a colui che doppo la felicitá del sogno ritorna ne la propria miseria; né potendomene dar pace altrimenti, mi è paruto acquetarmi scrivendovelo. Ma forse un di piacerá a Dio che sia ciò che non è stato ; onde potrò saziar la voglia ch’io tengo e di vedervi e di ringraziarvi circa i benefici che hanno ricevuti coloro, che mi sono amici, da voi, che mi séte padrone. Ma, perché lo esservi io caro non è men noto in Forli che in Perugia, non prima foste eletto presidente di Romagna, che ecco a me Francesco Lazioso, con dirmi: — Se il Guidiccione, che mai non vi vidde, solo per sapere ch’io ero vostro, mi levò di bando insieme con un mio figliuolo; perché il Barba, che vi conosce per suo, per amor di voi non dee avermi per raccomandato? — Egli è certo che il prelato, che regge la insolenzia di cotesti popoli, dovria essere sempre giusto e non mai clemente. Pure lo splendore de la clemenzia è a la giustizia ciò che è il lume de la luna a la notte; e a me pare che la severitá di questa senza la misericordia di quella sia uno atto quasi duro ed efferato. Imperò mitighi la bontade e virtú vostra la rigidezza del tesaurieri, consolando in favore del dovere la predetta persona, acciò goda de la povertá de le sue rendite, ponendo il tutto a conto de le intercessioni di me, che voglio piú tosto che mi si dica presuntuoso soccorrendo l’amico che modesto non gli giovando.

Di Vinezia, il n di giugno 1538.

CCCLIV

AL VARCHI

Ne loda la cortesia, la modestia, il valore, e brama di essere ricordato ad Alberto del Bene. È possibile che voi, che non posponete niuno articolo di dottrina appartenente a lo insegnare, a lo imparare, a lo ascoltare » e al parlare non pur degli uomini presenti, ma de le persone