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barbara ruvidezza di cotal pontefice. Ed è pur vero che egli, prete, vòlse piú tosto porre in essempio la propria gratitudine che dimostrarsi ingrato con gli altri. Ma acquetisi il chiaro Stampa, e, mentre si ride di quegli stolti che si credono avere ogni cosa prospera, ricovrisi con tutti i pensieri dentro ai confini de Tanimo, i cui termini appaiono si ben moniti dal presidio de le virtú proprie, che ponno fargli sprezzare la indisposizione del corpo nonché la invidia de la fortuna. Attenda la mansuetudine del suo spirito a consolarsi ne la dolcezza che prova chi sente amarsi dai giusti e lodar dagli ottimi, e, compiacendosi ne le delizie dei costumi, de le onestá e de le cortesie di se stesso, chiami felicitá una parte del vanto acquistatogli da la ferma integritá de la fede osservata, peroché il tutto può dirsi beatitudine.

Di Vinezia, il 9 di marzo 1540.

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AL SIGNOR CROMWELLO

Non perché non abbia ancora reso alcun servigio al favorito di Enrico ottavo, questi non è obbligato a soccorrerlo. Si sdebiterá poi, lodandolo. Se la perfidia de la sorte, o mio rifugio, non si interponesse tra lo indugio de la vostra liberalitá e il bisogno de la mia vita, oltre il chiamar bugiarda la fama che ne predica, mi sdegnarci con la fede ch’io ho dato a la credenza di ciò. Non è dono quello che si compra con la lunghezza de lo aspettarlo; e colui, che non dá tosto, acquista piú odio che grazia; e chi non supera l’altrui speranza con la cortesia non si può dir magnanimo. Doveria un gran maestro, che non vói dare ai buoni per amor del merito, dargli per parer di esser principe; e voi non pur devete aiutare i vertuosi, ma vi è obligo di farlo tanto piú degli altri, quanto piú degli altri séte e maggiore e migliore. Or voi mi potreste dire: — Che hai tu fatto per me? e per qual conto debbo darti? — Per avere io creduto che voi