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merito si confá, piú che altro, il cognominarvi erario de le lodi de la Madre di Cristo, come tale vi saluto e come a tale ve le presento. E Iddio mi spira a farlo, accioché gli atti di Maria nata de la stirpe di David siano guardati da Maria discesa del sangue di Aragona. Voi, che uscite da reale origine, come usci ella, e, tenendo il nome di lei, la imitate con la bontá degli effetti, séte tale quale ognun vorrebbe esser tenuto; e, parendo ciò che voi séte, sempre mirate a le importanze de la fede e a quelle vi sforzate di aggiugnere con il pronto de le operazioni. Onde il mondo, nobilitato da le vostre virtú eccelse, si congratula col secol nostro de la felicitá, ne la quale si trova mercé de le compassioni essercitate da voi in benefizio del prossimo. Ecco: la limosina non conosce mani piú larghe di quelle con cui saziate le fami altrui, e la misericordia non iscorge piedi, in frequentar le opere dovute, piú solleciti dei vostri. Oltra ciò, non si ode lingua che con la benignitá de le parole sia piú destra in dar conforto agli afflitti, di quella con cui formate i gesti de la pietade. Certo Milano non è piú bisognoso né servo, mentre gli è concessa l’ombra de l’altissima mogliera d’Alfonso d’Avolos, la providenza del quale non sa né può negare pur uno minimo dei prieghi di lei ; percioché ella, tanto pura quanto vaga e non men religiosa che savia, intercede per altri a lui ne la maniera che Maria Vergine supplica per noi a Dio. Talché la laude di si nobile creatura durerá finché vive negli uomini la memoria de le cose. E, perché il non riverir la consorte di Vostra Eccellenza, o mio gran marchese, saria cosa inumana, le genti universe, inchinandosi a la imagine dei suoi veri onori, contemplano la fama che gli canta, la eternitá che gli scrive e la gloria che gli illustra, non altrimenti che da la fama, da la eternitá e da la gloria si cantino, si scrivino e si illustrino i pregi di voi, che séte si giusto, che solo vi aggrada quel che piace ai piú, ciò che si richiede al consueto e quel che patisce l’onesto. Di Vinezia, [settembre 1539].