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LIBRO SECONDO 25 Non si accendono in ciel tante lucerne quante opre degne di statua e d’istoria nota il secol di lui con lodi eterne. L’alto intelletto de la gran memoria solo ha discorsa, antevista e compresa 30 l’arte, del cui sudor nacque la gloria. Anima non fu mai cotanto accesa di zelo militar, di vigor puro, né piú spregiante ogni tremenda impresa. A le difficultadi ei ruppe il duro, 35 facendo sempre in parole e in effetti il dubbio chiaro e ’l periglio sicuro. Per intender de Pallade i concetti, con i gravi discorsi e pensier alti, d’intrepida prontezza armava i petti. 40 Schifò il repentino degli assalti, prese il fugace de le occasioni, fe’ lenti passi dei nimici salti. De le vittorie intese le cagioni, sostenne il si, die’ perminenza al vero, 45 e crebbe ne la guerra arti e ragioni. Mostrò nel fronte il candor del sincero, fu nei conflitti, u’ l’ordin si disgiugne, ora duce, or pedone, or cavaliero. Vide come la sorte ne le pugne 50 dirizza il ferro e i colpi, e la virtute regge l’animo e ’l core e in un gli ghigne. Con le scienze de le cose sute, che la memoria gli tenea guardate, aveva le future prevedute. 55 Deliberò ne la necessitate, tuttavia essegui ciò che propose o con l’essempio o con l’autorítate. Fu lena a le faccende bellicose, fu polso de le súbite occorrenze,