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CDXXVI

A LO IMPERADORE

ne la morte del duca d’Urbino. Nel lodare il defunto Francesco Maria della Rovere, ne mette particolarmente in rilievo la fedeltá verso l’imperatore, cui raccomanda la sorte della vedova Eleonora Gonzaga e del figliuolo Guidobaldo. Cesar sacro, egli è morto il duca fido, del quale il pregio e ’1 grado de l’onore in eterno vivrá nel comun grido. E, ben che non convenga a reai core 5 negli irremediabili accidenti di rivolger la mente nel dolore, saria bel vanto il mostrare a le genti, co’ l’oscuro de l’abito e col pianto, come vi dolgon gli uomini eccellenti, io II vestire per lui lugubre manto e ’l lagrimar di lui, che n’ è pur degno, al mondo vi faria grato altretanto. Ch’oltre ch’egli era di Marte l’ingegno, de la milizia sua gli occhi e le braccia, 15 de ranni e degli esserciti sostegno; oltre che raro è quel che dica e faccia ciò che dire e far diesi, onde risponda la mano al piede e l’animo a la faccia: fede non fu giamai tanto profonda, 20 né valor che spiegato abbia piú l’ale a la steril fortuna, a la feconda. Divin consiglio e fortezza fatale, maniere tolte a le virtú superne, in setvigio di voi lo fecer tale.