Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/73

suo illustre spirito apre tutti i secreti, che i patriarchi e i profeti hanno chiusi nei profondi sensi de la Scrittura d’Iddio. Ma saria forse meglio per lui, se egli ne fusse ignorante come i suoi avversari, perché la perfidia, la invidia e la malignitá degli ippocriti tristi e la satraparia dei nunzi apostolici, per parere di far qualcosa ne le legazioni, diventano ostinati in perseguitare i dotti, i giusti e i cristiani simili a l’uomo di ch’io parlo, e, sdegnando gli animi sinceri dei belli ingegni, gli conducono a trarsi l’abito onorato e osservato da loro con la mano de la disperazione. E di ciò fa fede l’ottima persona sopradetta, la quale, predicando qui con istupore di tutti i buoni nel maggior concorso de le genti, appunto nel maturarsi i frutti de le sue predicazioni, senza lasciar difendergli la causa che gli era aposta, senza veruna cagione, lo spinsero, anzi il bandirono ne la Magna. E, si ci fusse chi si dilettassi di testimoniare il vero, i servigi, ch’egli ha fatti fra i luterani a la religion nostra, gli scrvirebbono ai comodi e agli onori meritati da lui. Ma guai a le vertú sue e mal per la sua vita, se non si trasferiva dove lo chiamò il catolico signor Luigi Gritti ! Ma dove si piglia lo essempio del crocifiggere chi si emenda, caso che ei pecchi? Cristo, per quel che s’intende, ne l’umanitá sua, non lasciò né prigioni né ruote né corde né fuoco per tormentar coloro che, se avviene che prevaricano ne la sua legge, confessano l’errore; ma con la misericordia punisce ognun che esclama: — Misererei — E perciò il suo vicario gli ha concesso un sicuro e ampio salvocondotto, onde la Sua Riverenza viene ai piedi di Sua Beatitudine per purgare la innocenzia sua con quella fronte, che sogliono scoprir coloro che non traviarono mai da le strade veraci, e, se pur torsero alquanto il passo, subito si ridrizzarono su le vie del ben fare. E, perché non si conosce oggidí altro scudo per difendere i vertuosi che l’ombra de la Vostra reverendissima Signoria, il mio mezzo lo invia al conspetto di Quella, la quale se si degna di accoglierlo ne la grazia del pontefice e sua, udiranno i popoli di Giesú con che tromba egli fará sentire il suo nome a l’universo. La sua fede, sonando per la sua lingua, penctrará ne le menti e, scendendo ai cuori, gli