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naturalmente, la data vera. Il piú elementare senso comune avrebbe suggerito d’intercalare nella DP quella lettera al posto che cronologicamente le toccava, tanto piú che in questa era stata soppressa la lett. cccvin, che nella Jlf 1 veniva a spiegare perché la lettera al Vasari si trovasse fuori luogo. Niente affatto: il Dolce credè rimedio piú opportuno, per non turbare l’ordine cronologico, lasciare la lettera ove si trovava, e mutare la data del 7 giugno 1536 in quella del 19 decembre 1537, venendo, per tal modo, a far vivere Alessandro de’ Medici circa un anno dopo che Lorenzino s’era illuso, sgozzandolo, di rendersi immortale. — Ancora: l’A., nel ritoccare per 1 $ M l le sue vecchie dedicatorie, aveva soppresse in tutte, prudentemente, le date. Ma al Dolce quelle lettere senza date furono un pruno negli occhi: pensò quindi di ristabilirle. Ma, non giá assegnando alle lett. cccxvi-vn, la data del 1536, alla cccxviii quella del *535. alla cccxx quella del 1534, alla cccxxi quella del 1533, alla cccxxii quella del 15 gennaio 1537, alla cccxxm quella almeno del 1527 (se non di qualche anno anteriore) alla cccxxvi quella del 1536; si bene attribuendo alle prime sei la data del 18 decembre 1537, e alle altre due quelle del 19 e 20 dello stesso mese e anno. Conseguenza, tra le altre egualmente buffe : il lettore, che ha visto piangere l’A. per la morte di Antonio da Leyva nella lett. lxxix (15 nov. 1536), cade dalle nuvole, trovando ancora vivo il capitano spagnuolo alla fine del 1537. — Né basta. Restavano le lettere aggiunte nella M 2 , che, come nelle ristampe di questa, furono anche nella J\P ridotte soltanto a diciotto; le quali, se non potevano recare nessun turbamento all’ordine cronologico del primo libro, perché tutte del 1538, sarebbero state, d’altra parte, un’anticipazione sul secondo, che comincia, dopo alcune lettere senza data, cori una del 29 decembre 1537. Anche qui il rimedio ovvio era togliere quelle lettere dal primo libro e trasportarle nel secondo ai luoghi rispettivi, tanto pili che nel secondo erano state pur trasferite, ma con date mutate, e quindi false, sei fra le sette lettere soppresse (>). Viceversa, anche qui il Dolce preferi disordinare le (1) Ossia la lett. 20 (7 agosto) fu riprodotta con la data del 5 agosto; la 21 (S agosto) con quella del 12 settembre; la 22 (9 agosto) con quella del 5 ottobre; la 23 (11 agosto) con quella dell’x t ottobre; la 24 (15 agosto) con quella del 25 ottobre; l a 25 (7 agosto) con quella del 21 decembre. Cfr. la cit.ediz. del 11 libro delle Lettere, ff. 42 a, 51 b, 52 a, 53 b, 54 a, 57 b. Restò dunque fuori, sia dal primo sla dal secondo libro, soltanto la lettera al Ricchi del 6 agosto 1538 (n. 16).