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II

Guardiamo ora un po’ piú da vicino, e da un punto di vista meramente bibliografico, le varie edizioni e ristampe del primo libro delle Lettere. Le questioni cominciano fin dal principio La dedica al duca d’Urbino reca in tutte le edizioni la data del io decembre 1532, e la lettera del Teodoli avanti trascritta ha, nell’edizione marcoliniana del I55r, quella del maggio 1533. Siffatta coincidenza non induce a congetturare che del volume, che ci occupa, sia comparsa un’edizione parziale nel 1532? Il conte Giammaria Mazzuchelli (0 rispose di si. Al contrario, Apostolo Zeno( J ), fondandosi sul fatto che di codesta pretesa edizione del 1532 nessuno aveva mai sentito parlare, e osservando d’altra parte che «una delle tante virtú dell’A. è stata d’imponere al pubblico, quando l’impostura tornava a sua lode e vantaggio», rispose risolutamente di no, e attribui il pasticcio di date avanti indicato a una falsificazione cosciente del medesimo A. Contro l’uno e l’altro ebbe assai buon gioco Scipione Casali ( 3 ), mettendo in rilievo che nella lettera del Teodoli si parla di Paolo III (cui, anzi, si augura caritatevolmente sollecita morte) e che a essa l’A. rispose il 12 settembre 1538 (4): dunque, tranne che non si voglia ammettere che un papa possa esser tale un anno e mezzo prima del conclave che lo elegge al pontificato (ottobre 1534), e che si risponda a una lettera con cinque anni di ritardo, quella del Teodoli deve essere stata scritta il 3 maggio 1538; dunque deve trattarsi d’un momento di distrazione del tipografo, che, saltando via un «v» (ossia mutando mdxxxviii in mdxxxiii), fece retrocedere il mondo di cinque anni; dunque, per un errore analogo, la data della dedica al duca d’Urbino dev’essere quella del (1) Vita di P. A. (Padova, Cornino, 1741), p. 231. (*) Note a! Fonlaniní, cdiz. Venezia, Pasquali, 1753, p. 196. (3) Annali delta tipografia veneziana di Francesco Marcolini da Forti (Fori», j86i), p. 56. (4) Per la data vera di questa lettera (8 agosto 1538) si veda piú oltre p. 428, n. t.