Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/407

moglie del cristiano imperadore, la suprema gentilezza de la quale levi alquanto gli occhi dai carri, da Tarmi, dai trionfi, da le palme, dai trofei e da le corone, che Iddio, vertú e fortuna le fa spignere manzi da le magne opre del grandissimo marito suo. E degnisi di guardare le cose, ch’io, spirato da quelle potenti stelle che la fecer tale, ho cantate di colei, veramente degna di maggior tromba, ché anco la Reina degli arcangeli porge le pure orecchie a le voci che laudano Tancille sue. E certo, se i cieli permettessero clic chi la mira scoprisse le qualitati ch’cssi hanno a me solo scoperte, chi dubita che non le fossero sacrati, dopo voi, degli altari c dei sacrifici, come ha sacri il mondo al divo Cesare, fisso termine di religione e di felicitá?

CCCXXIII

A MESSER BATTISTA ZATTI DA BRESCIA

e cittadino romano Dedica dei Sonetti sui «Sedici modi» ecc. di Giulio Romano. Dapoich’io ottenni da papa Clemente la libertá di Marcantonio Bolognese, il quale era in pregione per avere intagliato in rame i Sedici modi , ecc., mi venne volontá di veder le figure, cagione che le querele gibcrtine esclamavano che il buon vertuoso si crocifigesse; e, vistele, fui tócco da lo spirito che mosse Giulio Romano a disegnarle. E, perché i poeti e gli scultori antichi e moderni soglion scrivere e scolpire alcuna volta per trastullo de T ingegno cose lascive, come nel palazzo Chisio fa fede il satiro di marmo che tenta di violare un fanciullo, ci sciorinai sopra i sonetti che ci si veggono ai piedi. La cui lussuriosa memoria vi intitolo, con pace degli ipocriti, diseparandomi del giudizio ladro e de la consuetudine porca, che proibisce agli occhi quel che piú gli diletta. Che male è il veder montare un uomo adosso a una donna? Adunque le bestie debbon essere piú libere di noi ? A me parebbe che il cotale, datoci da la natura per conservazion di se stessa, si dovesse portare al