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A LA SIGNORA SUOR GIROLAMA TIEPOLA

Esaltazione della vita claustrale. Dolce e caro, reverenda madre, mi è suto l’intendere da madonna Francesca Serlia, mia comare e sorella (0, il desiderio c’ha la bontá vostra di udirmi parlare, poiché non vi è lecito il potermi vedere. La qual cosa mi piace e dispiace. Piacemi, perché l’imaginazione non mi torrá ciò che mi scemaria la presenzia; e spiacenti, perché non potrò veder quella venerabile madonna c’ha saputo disprezzare il mondo e vincer la fortuna. La perdita del marito, del figliuolo e de la signoria v’ha dato una ricompensa, mercé de la sofferenza di cotanto danno, non atta a esservi concessa da veruno imperadore, peroché il cerchio, nel qual rinchiudete la sacra persona, è di piti spazio che il campo de la luna. Egli, se ben par piccolo, è il modello del paradiso che vi sapete acquistare, a le mura del quale non si possono acostare né gente né armi. Costi non ha che fare il veleno né il tradimento; costi la tirannide non comanda e non isforza; costi perde ogni ragione il tempo e la morte, perché l’invecchiare e il morire non v’incresce e non vi dole. Felice voi, che vi sapeste procacciare la quiete del corpo e la salute de l’anima! Signoreggino quegli che sanno sopportare i sospetti, le cure, le guerre e le crudeltá; e tolgasi da noi chi vói godere de la sicurezza, de la libertá, de la pace e de la pietade. La stanza dei mondani è una imagine de l’abisso: come voi non sentite mai punto di fastidio, cosi noi mai non proviamo ora di riposo. Stanno lontani da la vostra cella gl’inganni, l’invidia non vi lacera, i peccati non vi stimolano, i desidèri non v’infiammano e l’avarizia non vi tormenta. L’ore che rubate al sonno, il pasto che ascondete a (i) L’accenno alla Serlia.fu soppresso ili At 1 .