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Se’l chiaro Apelle, con la man de l’arte, rassemplò d’Alessandro il volto e ’I petto, non tínse giá del pellegrin subietto l’alto vigor, che l’anima comparte. Ma Tizian, che dal cielo ha maggior parte, fuor mostra ogni invisibile concetto: però ’l gran duca nel dipinto aspetto scopre le palme entro al suo core sparte. Egli ha il terror fra l’uno e l’altro ciglio,, l’animo in gli occhi e l’alterezza in fronte, nel cui spazio l’onor siede e ’l consiglio. Nel busto armato e ne le braccia pronte arde il valor, che guarda dal periglio Italia, sacra a sue virtuti cónte. L’unione dei colori, che lo stile di Tiziano ha distesi, esprime fòra la concordia, che regge in Leonora le ministre del spirito gentile. Seco siede Modestia in atto umile, Onestá nel suo abito dimora, Vergogna il petto e i crin le vela e onora,. le affige Amore il guardo signorile. Pudicizia e Beltá, nimiche eterne, le spazian nel sembiante, e fra le ciglia il trono de le Grazie si discerne. Prudenza il valor suo guarda e consiglia nel bel tacer, l’altre virtuti interne l’ornan la fronte d’ogni meraviglia.