Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/267

dispensano in quegli che le portano ai luoghi deputati! Ma tutto è burla, eccetto lo spettacolo de le venti e venticinque barche con le vele, piene di melloni, le quali, ristrette insieme, si fanno quasi isola a la moltitudine, corsa a calculare, e col fiutargli e col pesargli, la perfezzion loro. De le belle spose relucenti di seta, d’oro e di gioie superbamente poste nei trasti, per non iscemar la reputazione di cotanta pompa, non parlo. Dirò ben: io mi smascello de le risa, mentre i gridi, i fischi c lo strepito dei barcaiuoli fulmina diricto a quelle che si fan vogare da famigli senza le calze di scarlato. E chi non s’avcria pisciato sotto, vedendo nel cor del freddo rovesciarsi una barca calcata di tedeschi pur alora scappati de la taverna, come vedemmo il famoso Giulio Camillo e io? la cui piacevolezza mi suol dire che l’entrata per terra di si fatta abitazione, per essere oscura, mal destra e di scala bestiale, si somiglia a la terribilitá del nome acquistatomi ne lo sciorinar del vero. E poi soggiugne clic chi mi pratica punto, trova ne la mia pura, schietta c naturale amicizia quella tranquilla contentezza, che si sente nel comparire nel portico e ne l’aflfacciarsi ai balconi sopradelti. Ma, perché niente manchi a le delizie visive, ecco ch’io vagheggio da un lato gli aranci, che indorano i piedi al palazzo dei camerlinghi, e da l’altro il rio e il ponte di San Giovan Grisostomo. Né il sol del verno ardisce mai di levarsi, se prima non fa motto al mio Ietto, al mio studio, a la mia cocina, a le mie camere e a la mia sala. E quel che piú stimo è la nobiltá dei vicini. Io ho al dirimpetto l’eloquente magnificenza de l’onorato Malfio Lioni, le cui supreme vertú hanno instituito la dottrina, la scienza e i costumi nel sublime intelletto di Girolamo, di Piero e di Luigi, suoi mirabili figliuoli. Hovvi anco il Serena, in sacramento e in amore mio compare e figlio (*). Hovvi il magnanimo Francesco Moccinico, la splendidezza del quale è continua mensa di cavalieri c di gentiluomini. Veggomi a canto il buon messer Giambattista Spinelli, ne la cui paterna casa si stanno (1) In A / 3 l’accenno al Serena fu soppresso. P. Aretino, lettere -1. 17 r