Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/246

si che, cedendogli, riconciliativi col gran cognato vostro per mezzo de l’occasione che vi inette inanzi Iddio proprio, acioehé participiate de l’acquisto del sepolcro suo. Movavi l’esempio di Pipino e di Carlo c di chi gli successe prima e doppo, da le cui armi fu riposto in sede il quinto e il quarto Stefano, il terzo Leone, Urbano, Pasquale e Gelasio secondo, Eugenio terzo, con il quarto Innocenzo, e altri pontefici, dispersi dal furore di questo e di quello orgoglio. Ma non vi turba il core la fidanza, che bisogna che abbiate ne la sospezzione degli infideli? Stimate voi che due diverse credenze, rimescolate insieme da la rabbia del vendicarsi, faccin buon fine? Credete voi dimesticare la feritade turca con l’umanitá gallica? Se ponete mente a la temeritá di Solimano, vituperato in Ongaria e disfatto in Persia, ditemi: che premio rende egli a la concordia di quaranta anni, dimostratagli da questa ciltade onnipotente? E pur dee rammentarsi del suo essergli stato a Rodi, si può dir, prigione. Deh ! riguardate, inclito re, al vostro grado e a l’ufficio che tenete; e non si arischi l’anima nei pericoli, ché va la fama. Dispiaccia a l’orecchie reali il grido de la irreligione, che accenna di esclamarvi il nome, caso che restiate congiunto con colui che si disgiugne per naturai superbia da se stesso, in tanta insolenza il pone la magnitudine de l’impero e l’infinito numero dei suoi cani, le cui armi son prive de l’arte, de la ragione e del consiglio, principali spirti de la milizia. Or depositate gli sdegni ne le salde mani de la fede nostra, legando l’animo con gli animi dei seguaci di Giesú; ché è piú gloria il perder la vita e il regno per il suo battesimo, che non è vituperio il sempre vivere e il continuo regnare per l’altrui circuncisione. E perciò disbrigativi dal gran monstro, la possanza del quale piú spaventa che non offende; e chi in lui si confida, di Dio si diffida, e piú tosto si può chiamar «diseparazione» che «confederazione» quella di coloro che se gli accostano, ed è atto piú conveniente ai ribelli del cielo che ai principi de l’universo. Oltra di questo, la sua arroganza tiene per ischiava l’amicizia vostra, e se ne vanta come di cosa domata da lui ; e ben dee farlo, poiché l’insegne, che tante volte han fatto temere e tremar