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procedere dá lo spirto a le cose da lui disegnate e descritte, non poteva, senza scemar a sé grado e a l’opra fama, intitolarla ad altro signore che a Ercole duca di Ferrara, il quale si per la prudenza, si per la ricchezza, si per la eccellenza del bellissimo sito, lusingato dal gran principio de l’avo, dal cominciamento in terra nova e da la dirittura de le strade larghe, non si potrá tenere di non esseguire con l’operazioni gli essempi maravigliosi dei componimenti di messer Sebastiano. Poniam da parte il grandissimo piacer del fabricare, la commoditá del bene abitare e Putilitá che a tutto il popol ne perviene mercé degli essercizi diversi che ci intervengono, e il nome perpetuo che chi fabrica acquista e a sé e a la cittade: il principe, che regna solennemente, per esser fatto a l’imagine di Dio, debbe imitare il Fattor del tutto, la cui potenza, col modello de la volontá sua, edificò il paradiso per gli angeli e il mondo per le genti, formando, quasi arme sua, ne la faccia de la gran machina del cielo un sole d’oro con infinite stelle e una luna d’ariento in ampissimo campo d’azurro vivace, disteso dal mirabile pennello de la natura. E, si come chi ci nasce, non prima si sente aprir gli occhi dal conoscimento, che si stupisce, guardando ora il cielo c ora la terra, rendendo grazie a chi fece quello e a chi creò questa; cosi i discendenti di Sua Eccellenza, maravigliandosi de la grandezza degli edifici principiati e finiti da lei, benediranno la providcnza generosa del magnanimo predecessor loro, non altrimenti che si benedica l’animo degli antichi, sculpito nei teatri e negli anfiteatri, chi vede la superbia de le rovine di Roma, la maraviglia de le quali testimonia che furono le abitazioni dei dominatori de l’universo, e non so se si desse fede a quanto ne gridano le carte, non apparendo la terribilitá loro nel mirabile magistero, che ancor si discerne fra le reliquie de le colonne, de le statue e dei marmi abattuti dal tempo. E perciò l’Altezza ducale scemarcbbc la degnitá del suo titolo, non pigliando con larga mano le necessarie fatiche del bolognese, uomo non men dotto ne la religione e ne la bontá de la vita che ne le sposizioni e di Vetruvio e di se stesso.

Di Venezia, il 18 di settembre 1537.