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ina per guardarsi da coloro che gliela volessero movere, si riempia di pompa, di allegrezza e di senatori. Gli altri Stati tranno le spese per 1* imprese con iscompiglio e con lamento dei popoli; e qui a gara si baratta l’oro con le degnitá. Perciò la prudenza di Carlo imperadore vantisi d’aver saputo e conoscerla e mantenerla. Ed è risoluto che San Marco è il crin fatale che la Fortuna tien ne la fronte, e, dove egli guarda, pendono le vittorie e le perdite.

Di Venezia, il primo di luglio 1537.

CLXII

AL SIGNOR FERIERI BELTRAMO

Grato alle generositá deU’amico, ricorda i tristi anni giovanili trascorsi presso Agostino Chisi. Per trovarsi, amico soave, nei mercatanti la natura che si trova nei preti, ogni volta che da si fatta generazione scappa scintilla di caritá, si doveria gridare fino al cielo, perché son miracoli da tórre il credito a quante Madonne dipinte si fecer pianger mai. lo odiai sempre la povertá de la ricchezza loro; ma la sorte mia, per ridersi di me, sendo quasi garzone, mi balzò apresso d’Agostin Chisi, dove sarei morto, pensando che pur era mercatante, se io non avessi risuscitato l’animo negli apparati e ne le cene, con la pompa de le quali piú volte fece stupir Leone, inventore de la grandezza dei papi. Si che, lodandomi io de le commoditá che mi fanno, purché il bisogno ve ne accenni, i danari vostri, non se ne maravigli chi noi fa, ma impari da voi, da tnesser Tarlato Vitali, da messer Marco Uartolini (0 e dal mio Simon Cellesi a obligarsi me, che continovarò mille anni a pagar l’usura dei piaceri ch’io ricevo da voi, che sete l’onore e l’ornamento de la mercatura e temete (t) In A/ J è soppresso il ricordo del Vitali e de) Bartolini.