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celebrato, quanto l’ho piú d’ogni altro conosciuto degno d’amore e di memoria. Io trastullava le sue fatiche, confortava i suoi fastidi e temperava le sue furie. Io gli fui padre, fratello, amico e servo. E da che Iddio, per punire gli errori d’Italia con il flagello dei barbari, ce lo tolse, con la vertú ho fatto quella compagnia al suo nome che feci con la persona a la sua vita, e, adorandolo, ho sempre detto che il vero onore de l’altissima casa Medica è nato da le sue armi e non da le mitree dei papi. E il frutto dei meriti di lui è il grado in cui vi perpetuò il cielo, il giorno che ci foste eletto mercé de la providenza de le stelle e de la fede degli amici. Ma quelle e questi ingiuriavano il proprio potere e l’istesso volere, non vi ci eleggendo, perché avete adorna la presenza e l’animo di cotante grazie e vertú, che ardisco dire che vi hanno fatto poco o niente di dono. Ma da voi medesimo per l’avenire allargarete i termini del vostro Stato, e il non aver saputo signoreggiare né vivere de lo sfortunato vi ha insegnato a signoreggiare e a vivere. Per Dio, che merita la morte del nome e de l’anima chi ha piú caro un appetito che se stesso, mettendo per ciò a si gran rischio e cittá e popoli. Ma il suo non piú essere è l’essempio che vi fará sempre essere, purché sotto il timor di Dio e a l’ombra di Cesare vogliate per guardia la continenza, la quale è piú fedele e piú sicura che quella degli armati, perché ella dorme nei suoi letti, mangia a le sue tavole, spasseggia per le sue sale, e, standosi ne le sue onestá, non dá in preda i secreti, né il favore, né i danari, né la persona agli altrui veleni, né si lascia scannare per le camere, sola e di notte, dai ferri, che la pessima volontá de l’invidia e de l’ambizione porge a la mano de l’inganno, onde rovina chi ben siede. Domesticatevi con quegli che hanno il core ne la fronte, e la valorosa signora Maria, vostra madre, stiavi intorno, levandovi e colcandovi. Mangiate e bevete con il suo gusto, e non con quello dei buffoni e degli adulatori. L’onore de la stirpe Vitellesca, valoroso e sincero, vi stia sempre a lato. Adormentatevi con gli occhi del buono Ottaviano, e lasciatevi destare da tutti quegli che vi hanno preso il piede, acciocché lo fermiate. Siavi tuttavia grato il consiglio del Cardinal Cibò,