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di questa? Ella sará laudata, per essere atto novissimo che un cardinale remuneri chi lo serve solamente con l’animo; e sará pia, per soccorrer con essa un giovane da bene carico di figliuoli. Monsignore, rincorate chi serve la corte con questo essempio, se volete, ciò facendo, avicinarvi tanto al ben fare quanto ve ne alontanareste, ciò non facendo. Io confesso i sinistri che ha dati la fortuna al sangue vostro, e so che patite perché egli non pata; ma egli è piú generoso atto il dar ne le strettezze de la necessitá che ne le larghezze de l’abondanza. Si che fatelo, signore, se volete che Iddio vi provegga in altra maniera che non vi ha proveduto la Maestá cristianissima. Io prego per un vostro servo e per un mio parente, e non per uomo non conosciuto da voi né da me. E, caso che sia quel eh’io desidero, farò sentire al mondo come io so dar nome a chi sa farmi grazie.

Di Venezia, il 3 di maggio 1537.

CXX

AL CARDINAL DI SANTACROCE

Lo prega di raccomandare il suo confessore, Angelo Testa, che desidera d’essere provinciale di Santo Antonio, al suo generale. Eccomi, signore, di nuovo a noiarvi con le mie umili intercessioni. Ma chi non assicuraria a ricorrere a lei la gran benignitá del Cardinal Santacroce? Signore, se maestro Angelo Testa, grave di etá, colmo di dottrina, adorno di costumi e di perfetta vita, che mi confessa, prega del continuo Dio per me, perché non debbo io talvolta pregar gli uomini per lui? Il mio spiritual padre ricerca grazia appresso il suo generale, e l’otterrá, se ’l favor di Quella consente di raccoinandargnelo; del che vi prego ferventemente. Io vorrei ch’egli fusse eletto ministro de la provincia di Santo Antonio, molto poco premio al merito de le sue religiose opere; e son certo, se oggidí si facesse clczzione dei buoni, clic saria posto nel grado ch’io dico. Ma i