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336 il libro di antonio billi

il nostro Petrei e lo Strozziano e Gaddiano, l’aveva presa dal Libro d’Antonio.

(32) Il crocifisso esiste ancora nel luogo indicato, il San Lodovico è perduto (Vasari, I, 394).

(33) Questo aneddoto si trova anche nel Vasari e nell’Anonimo Gaddiano, attinto senza dubbio dalla stessa fonte, donde lo copiarono pure i nostri due Codici, cioè dal Libro d’Antonio.

(34) II San Francesco sopraindicato esiste tuttora nel luogo accennato. Lo Strozziano lo registra colle stesse parole del Petrei, e il Gaddiano lo addita in una postilla, ch’egli dice espressamente essere cavata “del libro dantonio„. È questa un’altra delle testimonianze che i nostri due codici sono copie esatte di quel libro.


(Giottino.)

(35) Si tratta qui del pittore Giotto, figlio di Stefano fiorentino detto la scimmia, di cui si legge una notizia biografica nel nostro codice più avanti (l’Anonimo Gaddiano lo dice espressamente padre di Giottino). Il Vasari confonde Giottino e un altro pittore, Maso di Banco, in una sola persona, alla quale egli da il nome di Tommaso detto Giottino (Vedi I, 621 seg.). Tutte le opere sopra enumerate sono perite. Il nostro copista fa del Convento alle Campora e di quello dei Girolamini due località distinte, erroneamente, perchè tutte e due erano una stessa cosa. Delle pitture di Giottino eseguite a Roma, il signor Eugenio Müntz ha trovato le note delle spese, per cui vengono avverate le notizie relative de’ nostri codici (Vedi Crowe e Cavalcaselle, Storia della pittura in Italia, t. II, pag. 102 segu. e 127 segu.) Col testo di quest’ultimo si può rettificare ora quello del Vasari sulle pitture nel Laterano. Se egli ne dice (t. I, 626): “in San Giovanni Laterano una storia dove figurò il papa in più gradi,„ è evidente che copiò erroneamente dal Libro d’Antonio questa ultima parola invece di “quadri„.


(Agnolo Gaddi.)

(36) Tutte queste pitture, salvo quella in S. Iacopo tra’ Fossi, si sono conservate fin oggidì, e da tutte le fonti vengono attribuite a Agnolo Gaddi, eccetto quelle nel refettorio di S. Croce (neanche dal Vasari comprese nel novero delle opere di Agnolo). I Signori Crowe e Cavalcaselle le danno in parte a Taddeo Gaddi ed in parte a Niccolò di Pietro Gerini.


(Taddeo Gaddi.)

(37) Oltre queste opere, oggidì tutte perite, nel Cod. Strozziano e Gaddiano gli vengono ancora attribuite un affresco della Disputa nel tempio sopra la porta della sagrestia di S. Croce, ed un taberna-