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12 le più antiche carte

Campo emancipò, secundum usum Civitatis Romane, per venti lire di piccoli, Comonzabeno e i suol figli di Formino1.

Per la storia delle famiglie nobili che ebbero relazione con lo due Pievi giovano alcune delle nostre carte, a cominciare dai due documenti del 1189 (III e IV), il primo de’ quali inedito, edito e già noto il secondo, dove compaiono i Signori di Storo, nel momento forse della loro maggiore potenza, quando si accordano pel possesso dei beni del defunto Calapino di Lodrone e quando no ottengono dal vescovo di Trento la solenne investitura. In quale condizione si trovasse allora la Casa di Lodrone, poco prima potente, la quale, come si dice espressamente nelle stesse carte, si era divisa con gli Storesi il castello e il feudo di Lodrone, e pochi anni dopo portò, nelle sue lotte coi Nobili d’Arco, le armi fino al lontano castello di Spine, non si può ricavare dei nostri documenti; così come rimane oscura la sorte toccata ai Nobili di Storo, d’un tratto privati d’ogni importanza e poi scomparsi dalla storia2.

Per gli altri atti della nostra raccolta, ai quali prendono parte i feudatari delle Giudicarie, si può subito fare una osservazione; sulle prime gli interessi dei Nobili stanno in diretta opposizione con quelli delle Comunità e in generale del popolo; poi a poco a poco questo partecipa alle lotte di quelli, non come soggetto nè come strumento nelle mani dei più potenti, ma da sè, con personalità propria, schierandosi con l’uno con l’altro partito. La qual cosa, non occorre che si noti, prova il progressivo consolidarsi delle istituzioni comunali; sulle prime è la lotta per sottrarsi alle usurpazioni o anche solo alla autorità dei feudatari, poi è la tutela dei diritti vecchi nuovamente acquistati. Nei secoli posteriori le Comunità non intervengono più direttamente nelle questioni fra i Nobili; ne subiscono talvolta i danni, ma non hanno più a temere, come prima avveniva, per la loro esistenza; mentre, per fare riscontro a questo, altre si sottomettono ai feudatari e si co-

  1. Rep. Arch. Vesc. 68, 116.
  2. Ved. Papaleoni, Per la genealogia degli antichi Signori di Storo e di Lodrone; Trento, 1889.