Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/447


rassegna bibliografica 441

todo della falsificazione1. La scoperta del contraffattore fa vedere essere assolutamente immaginaria, solamente collo esporre ciò che ha fatto dell’opera falsificata il Costanzo. Il quale ha citato lo Spinello solamente tre volte nella sua storia: 1.° per cavarne i nomi di quelli che tennero una giostra in Bari in onore dell’imperatore Balduino; 2.° per copiarne pochi nomi di altri che furono nell’esercito di Manfredi; 3.° per dire che secondo i Diurnali e secondo il Fazello, re Filippo di Francia, reduce dalla spedizione di Tunisi, si diresse in Sicilia e non a Civitavecchia, come si legge in altri scrittori2. Osserva quindi, ed ognuno può vederlo da sè, che la menzione che Matteo fa di quegli antichi personaggi napoletani, cade a proposito di azioni così indifferenti, che non ne viene lustro nissuno alle famiglie, le quali, del resto, prova con infinite citazioni di documenti, che fossero già tanfo antiche ed illustri, da non vantaggiarsi in modo alcuno della magra menzione di un cronista. Della boria napoletana riguardo alla lingua dello Spinello, il Costanzo mostra di averne così poca, che citandolo nella Storia, non avverte nemmeno che abbia scritto in volgare, e certamente quello sarebbe stato luogo opportunissirao a vantarlo primo prosatore italiano3. Delle altre due ragioni supposte nel contraffattore, cioè di contraddire in un punto storico al Collenuccio, e di giovarsi dell’autorità dei Diurnali nella controversia dei seggi, il Minieri Riccio se ne sbriga con poca fatica, mo-

  1. Avrebbe potuto aggiungere che è parimente senza base la supposizione della diversità della Cronica del Villani stampata dal Fasolo nel 1537, dalle altre edizioni posteriori, per ciò che attiene ai fatti di questi tempi, tutta la varietà essendo nella ortografia e nella correzione, in questa prima assai trascurate. Trattandosi di due luoghi disputati, diremo che alla morte di Innocenzo IV, vi si legge: «La Chiesa, che più di due anni stette senza pastore»; e che la battaglia di Benevento si scrive accaduta «l’ultimo di febbraio», come negli altri testi.
  2. M. R., pag. 25.
  3. Non potrebbe dirsi nemmeno che la comparsa avvenuta nella letteratura della Cronica del Malespini, colla stampa fattane nel 1568, avesse potuto eccitare il Costanzo a creargli un competitore per l’antichità della lingua, poichè lo stesso Bernhardi è persuaso che i Diurnali fossero già stati composti in quell’anno, e che il Costanzo non conobbe mai il Malespini. M. R., pag. 26.