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12 dei giudizi civili in roma

«labo». Tunc pontifex codicem legis ejus manibus porrigens, dicat: «Accipe potestatem judicandi secundum leges, et bonos mores».

XVII. De Scriniario, eodem modo fit sicut de Judice; sed juramento eius hoc additur: «Cartas publicas nisi ex utriusque partis consensi! non faciam. Et si forte ad manus meas instrumentum falsum devenerit, nisi exinde mini periculum immineat, cancellabo». Tunc Pontifex dat ei pennam cum calamario, sic dìcens: «Accipe potestatem condendi chartas publicas secundum leges et bonos mores».

XVIII. Grandi rivoluzioni accaddero in Roma nel 1145; ristabilissi il Senato, e fra le altre attribuzioni che assunse quest’ordine, fuvvi eziandio il potere giudiziario; quello almeno di conoscere le cause in grado di appellazione, poichè sembra che in prima istanza le decidesse talvolta il prefetto. La forma di procedere non fu senza dubbio più quella che si usava nei Placiti e nei Malli; io la trovo in gran parte diversa. Che se poi sia stata dai nuovi Senatori inventata, o pure da tempi più antichi in qualche modo la venisse, dai documenti, che finora mi sono venuti alle mani, nol potei rilevare. Checchè ne sia, molte cose ella avea degne di lode.

XIX. E primieramente voglio avvertire, che conservossi, o adottossi l’uso di mettere l’attore in possesso della cosa richiesta, se il reo non compariva. Rilevo ciò da un Monitorio del 1148, che si conserva nell’Archivio di S. Maria in Via Lata, concepito in questi termini: Ego Petrus Dei gratia Urbis prefectus hoc uno pro omnibus peremptorio edicto moneo te Raynoldum Raynoldi de Scosta ut infra hos decem continuos dies venias in curiam nostram ad faciendam justitiam clericis S. Mariae in Via Lata de terra in Pulveriola unde saepe conquesti sunt. Nisi veneris, sententiam feram et te petit orem, et ìllos possessores constituam. Anno III Domini Eugenii III Pape indictione XI, mense madii, die quinta1.

XX. Il Senato poi decideva le questioni non già col proprio parere, ma bensì con quello che a lui davano vari giureconsulti. Alcuni di questi insigniti del titolo di Giudici

  1. Ex lib. Transurapt., fol. 661.