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190 società ligure di storia patria

Inoltre il cav. Desimoni porgea notizia d’alcune memorie attinenti alle scoperte ed alla navigazione. E cominciando dalle regioni del Plata, ciie oramai per l’ingente numero de’ genovesi colà emigrati si può chiamare una seconda Liguria, si rallegrava che le sue grandi comunicazioni fluviali fossero appunto tentate innanzi a tutti dai liguri Nicolò Descalzi e Bartolomeo Bossi. Toccato quindi di altri genovesi, i quali resero illustre 11 loro nome in quelle lontane contrade, notato come il Bossi descrivesse il suo viaggio in lingua spagnuola fino dal 1863, e come il capitano Emanuele Bozzo pubblicasse anch’egli nel 1869 un simile viaggio, anzi una replica o traduzione del precedente, inserendolo ad altre notizie circa le più recenti vicende del Paraguay, continuava osservando come, a differenza di quanto a primo aspetto potrebbe sembrare, i Genovesi abbiano anche dopo Colombo assai contribuito alle scoperte dell’America meridionale. Difatti l’illustre D’Avezac ha di fresco rinvenuta la origine ligustica de’ celebri Giovanni e Sebastiano Cabotto; e ad ogni modo poi vuolsi ritenere come i Genovesi siano del pari stati lungo tempo fra i primi a raccogliere le più sollecite notizie di tali discoprimenti e a delinearne analoghe carte. Difatti una tra queste, che è di Visconte Maggiolo e reca la data del 1519, contiene, rispetto all’epoca, la più completa nomenclatura di quelle terre sino alla foce del Plata; come le carte di G. B. Agnese contengono la più esatta indicazione delle coste messicane dal Pacifico alla California.

L’Autore diceva poscia di un Memoriale del Colombo, edito dal ch. Vincenzo Promis, coll’aggiunta di una Nota sulla interpretazione della famosa Bolla di papa Alessandro VI per la divisione del nuovo mondo fra i re di Spagna e di Portogallo; accennava a due Memorie del già lodato D’Avezac sulle vicende e le edizioni di Waltzemüller (Hylacomilus), e sul viaggio del capitano di Gonneville (prodotto per la prima volta nella sua integrità), il quale fino dal 1503 dovrebbe essere disceso in due punti dalla costa brasiliana. Ragionava per ultimo del genovese Antoniotto Usodimare; e notava che mentre questi era conosciuto finora soltanto pel cenno fattone dal Cadamosto e per la sua lettera del 12 dicembre 1455 (scritta fra la prima e la seconda spedizione alle regioni dell’Africa occidentale), di presente invece, per gli atti rinvenuti dall’Autore, se ne hanno più altre notizie. Rilevasi difatti come l’Usodimare dimorasse dapprima negoziando in Siviglia, e poscia si riducesse in Portogallo, a seguito del suo fallimento, del quale si possiede ora il processo; si ha quindi certezza che Antoniotto morì prima del 1463, lasciando un figlio chiamato Anfreone, che fu banchiere in Genova e quivi esercitò onoratamente pubblici uffici.