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136 rassegna bibliografica

a concedere nuovi privilegi a quelli di Pordenone, dichiarandoli immuni dalle gabelle per terra e per acqua, e il duca, nel 1283, confermò senza alcuna riserva le antiche franchigie. Per dare un esempio di siffatti privilegi, basti dire che alla comunità di Pordenone, qualora le offese a lei recate non ottenessero la dovuta sodisfazione, era lecito farsi giustizia da sè.

Da che apparisce che l’autorità dei duchi austriaci su Pordenone era poco men che di nome. Oltre i fatti finora discorsi vengono in conferma gli arbitrii frequenti e impuniti che i signori di Prata, di Porcia, di Zoppola ed altri commettevano ai danni della comunità; ma le violenze maggiori e più memorabili furono fra Torre e Pordenone, dominata quella dai signori di Ragogna. Fin dal 1273 si conoscono contese pei confini reciproci1. Ma nel secolo appresso, l’anno 1395, le minaccie e i fatti crebbero a tale da indurre la comunità di Pordenone ad aver ricorso al duca austriaco, con un memorabile gravame che, distinto in quindici articoli, si conserva in tre esemplari2. Quivi sono registrate le infinite violenze di quel Giovannino di Ragogna, sottentrato al patriarca d’Aquileia nel dominio di Torre, il quale vietava ai coloni di lavorare certi mansi appartenenti al ducato, e li perseguiva con minacele di strapparne gli occhi se abbandonassero le loro case, e alcuno ne metteva prigione, e abbruciava molini, giungendo, con speranza di uccidere il capitano di Pordenone, a dire a un suo fedele: «tu vadis in terram Portusnaonis; inquire diligenter si homines terre Portusnaonis faciunt bonam custodiam, et vide sagaciter sì modo aliquo posset capi terra». Dopo tante provocazioni e danni, perduta la pazienza, quelli di Pordenone mossero contro il castello di Torre il 12 aprile 1402 e lo diedero al saccheggio e alle fiamme, rimanendo incenerite quattordici persone, fra cui Giovannino con moglie e figli. Nella raccolta che mi occupa è curioso, a questo passo, il ricordato lamento in 51 ottave, scritto sull’atto, a nome dei castellani, da

  1. Pag. 16, Doc. XVII.
  2. Pag. 107, Doc. CXI.