Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/322

28 delle antiche relazioni

la elezione del novello doge, ragunato il gran Consiglio del popolo, al quale intervennero vescovi ed abati, costui fu eletto doge da quei cittadini medesimi, che inducendosi a fatica a lasciarlo vivo, nel condannarlo a perpetuo bando aveano giurato di non sopportare più mai il suo aspetto nel territorio della repubblica.

E non andò molto che ben trecento vele apparvero nelle acque di Ravenna: erano quelle de’ Veneziani che tutti festevoli accorrevano a prendere il novello doge, il quale con esse e con altre navi de’ Ravignani, che per fargli onore vollero seguitarlo in grandissimo numero, se ne tornò trionfante in Venezia. Le liete accoglienze, le clamorose feste fatte a questo iniquo furono di grande scandolo a popoli vicini. Ma non fu poi il Badoero principe tanto perduto quanto c’era ragione di crederlo. Che lui dogante col nome di Pietro Candiano IV, fu rinnovato il divieto di comprare dai corsari schiavi cristiani per rivenderli ai Saraceni, e stabilite gravi pene temporali e spirituali a chi lo avesse violato. [Venezia e l'impero Bizantino.] Circa questi tempi è da dubitare che si raffreddasse alcun poco l’antica amicizia dei Veneziani con l’imperatore d’Oriente, il quale incominciò ad inceppare il commercio veneto per tutto il Levante. E per ogni carico fu imposto un dazio di settanta soldi ad ogni nave veneta, che prima della partenza dovea essere minutamente visitata per vedere se esportava merci vietate. Ma poi nell’anno 991 fu alleggerito quel dazio, e la visita forse divenne meno severa, finchè l’imperatore, intento al riacquisto di Gerusalemme ed alla guerra coi Moscoviti, mosse gravissime lagnanze al doge Candiano IV perchè i mercanti veneziani cupidi di vietati guadagni fornivano a’ Saraceni legnami, ferro e quanto lor giovava alla guerra. Il doge, il clero ed il popolo condannarono, chiunque in futuro l’avesse osato dì fare, in cento libbre d’oro o nella perdita del capo.

Solevano i mercanti veneziani portare ancora a Costantinopoli tutte le lettere colà dirette dalla Germania pero Bizantino.