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etnografia 265 « gorìo, per indarre gì* isolani a mostrarsi fedeli alT impero », Questo giudizio è affatto ipotetico» e, quello che è peggio, mena ad una con- seguema molto grave; infitti quella stesso cronista che mostrò tanto zelo nel raccogliere J. documenti e nel comporre, con la loro scorta gran parte della sua. opera, tamo che a lui si deve se molte delk carte antiche della Repubblica veneziana a noi sono pervenute, sul modello della lettera di Gregorio ad Antonino avrebbe arbitraria- mente e di sua testa composto un atto della curia apostolica e per di più lo avrebbe riferito testualmente nella sua cronaca come vero, ingannando così la buona fede dei lettorL A me ripugna ammettere ima ipotesi di tal genere, la quale tanto contrasta col metodo gene- ralmente seguito dal cronista (i), e piuttosto credo che il Dandolo abbia avuto alle mani un esemplare del documento, e non avendo punto dubitato della sua verità, se ne sia giovato per correggere la testimonianza del cronista Giovanni e a conferma della correzione lo abbia riprodotto testualmente. Peraltro convengo col Pinton, che il Dandolo non conobbe Toriginale della lettera, anzi aggiungo che probabilmente Tesemplare da lui esaminato non era nemmeno una copia autentica e ufficiale, perchè in quel caso non sarebbe stato man- chevole non tanto (2) della data (e così non si sarebbe potuto con- (i) U PiNTON (p. 14), a conforto della sua tesi, adduce che il doge più di una volu sacrificò alla ragione di Suto la verità storica, p. e. quando tacque delle antiche discordie e lotte intestine tra gl'isolani e della sommissione ai Franchi e quando riferì molto cautamente ogniqualvolta si trattava dei rapporti di Venezia con la Chiesa. Ila è da notare che le notizie di quei dissidi pervennero al Dandolo per mezzo del Chronicon AltìmaU con tanti anacronismi e con tale indeterminatezza e disordine, che non solo al Dandolo, ma anche alla critica moderna è suto impossibile determinare con sicurezza sotto quali dogi ciascuno di quei fatti avvenne; inoltre il Dandolo attribuì uno scarso valore a quella cronaca e però spesso raccolse in poco più di un periodo la materia con- tenuta negli estesi frammenti del!a medesima. Quanto poi alla notizia sulla soggezione delle isole ai Franchi che per la prima volta si legge negli annali di Eginardo e tanto contrasta alla testimonianza di Giovanni Diacono e di tutti gli altri cronisti veneziani esaminati dal Dandolo, se ne trova pare un accenno indiretto in im passo della cronaca del Dandolo in cui si richiama anche il ricordo di una sovranità ideale dei Greci « et ut « quidam scribunt, provindam Venetiarum Mikiphoro constantinopolitano imperatori iuxta « fedus (cioè Gurlo Magno) relinquendam censuit » {Rtr. It. Script. XII, 158 e ; cod. Lat. 400 Marciano, catalogo Zanetti, e. 67 b) perchè la cessione presuppone un dominio e questo una conquista. Circa la politica ecclesiastica dei primi tempi del ducato basterà notare che il Dandolo non ha esitato a riferire con fedeltà anche testimonianze le quali dimo- stravano con termini molto recisi l' intervento del papa nella politica del comune, senza accennare aflBitto a lettere del medesimo al doge (cod. cit. e. $8 a: Her. It. Script. XII, 13$): « et ut Paulus et Sicardus episcopus testificantur, exerdtns quoque Ravene et Venetiarum « fervore fidei unaninùter restitemnt elegissentquc alium imperatorem nisi prohibuisset « pontiiex». (a) La mancanza della dau non sarebbe prova sufficiente, perchè sino al secolo xii non mancano esempi di documenti autentici prì^ di data rilasciati dalla cancelleria pa- Digitized by VjOOQIC