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254 Bibliografia

re nell’Italia Bisantina e la spedizione dei Veneziani a Ravenna, ma senza determinare il nome e la qualità del loro principe. Nel cap. 55 Paolo Diacono al racconto di questi avvenimenti collega con la frase «his diebus» la ribellione di Trasimondo, duca di Spoleto, avvenuta nel 738-739 e la sua fuga a Roma. Circa la cronologia di questi fatti il Pinton afferma che Paolo Diacono fissò la spedizione di Ravenna nel tempo della ribellione di Trasimondo, e certamente il nesso «his diebus» può fino a un certo punto giustificare quel giudizio. Ma è altresì da notare che più di una volta nella Historia di Paolo, come pure nella cronaca di Giovanni Diacono, quella frase, al pari di «tunc» e di «eodem tempore», ha soltanto un valore generico, e anche viene usata per rappresentare una relazione di contemporaneità fittizia1 per lo meno molto larga e indeterminata tra fatti realmente avvenuti a qualche distanza di tempo; p. e. il cap. 49 del libro IV, ove è narrata la morte di Eraclio la quale accadde nel 641, comincia con «his diebus «, eppure il capo precedente a cui quelle due parole si riferiscono, ricorda soltanto la morte di Rodoaldo e la successione di Ariperto che avvennero nel 653. Anzi non è inopportuno ricordare che secondo un valente illustratore del regno di Liutprando2 quelle frasi sarebbero soltanto copulative e non più. Inoltre non è assolutamente certo che Paolo Diacono avendo narrato quelle spedizioni di Liutprando nell’Italia Bisantina in mezzo ad altri avvenimenti accaduti tra il 738 e il 739, le abbia riferite a quell’epoca; infatti non sempre egli ha seguito l’ordine cronologico nella disposizione della materia, come ad esempio nel cap. 55, ove ad avvenimenti accaduti nel 738-739 ne succedono senza alcuna nota cronologica altri degli anni 731-7363, e d’altra parte l’«his diebus» con cui quel capitolo comincia, può riferirsi complessivamente alla materia del 54, che con la spedizione di Provenza giunge al 738-739. Ne segue adunque che la testimonianza di Paolo Diacono non pone in modo esclusivo, assoluto e incontestabile la spedizione di Ravenna al 738-7394; di più per quanto si voglia ammettere col Pinton

  1. Un bell’esempio si ha nella seconda recensione della Vita di Gregorio II (Liber pont, p. 407): «Ego tempore, per .xi. indictionem dolo a Longobardis» & e subito dopo «Eo autem tempore, indictione .xii., mense ianuarii» &c.
  2. Martens, Politische Geschichte des Langobardenreichs unter König Liutprand (712-744), Heidelberg Horning, 1880, p. 7.
  3. Soltanto quando ne ba compiuto il racconto e ritorna al fatto di Trasimondo, Paolo Diacono aggiunge come transizione «evolutis dehinc aliquot annis»; ma e nel principio del racconto e lungo il medesimo manca una frase qualunque che ne designi l’anteriorità rispetto agli avvenimenti riferiti nel primo periodo del capitolo.
  4. Il racconto delle guerre di Liutprando nell’Italia Bisantina può essere inteso come continuazione di quello cbe circa il medesimo tema nel cap. 49 giunge solo al 728