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to a terra: stramazzare. P. pass. stramazzatu: stramazzato.

Stramazzata. s. f. Lo stramazzare, caduta, percossa in terra: stramazzata.

Stramazzu. s. m. V. stramazzuni (Meli). || T. mar. Guanciale di cenci o paglia, che ponesi esternamente alle baschette per ripararle dagli urti diretti o altri colpi duri sul legno: paglietto (Car. Voc. Met.).

Stramazzunata. V. stramazzuni.

Stramazzuneddu. dim. di stramazzuni: stramazzetto.

Stramazzuni. s. m. L’atto dello stramazzare: stramazzone. || Caduta impetuosa, percossa a terra: stramazzone.

Stramera. s. f. Il fuggire con prestezza checchessia: spulezzo.

Strami. s. m. Ogni erba secca che si dà in cibo, o serve di letto alle bestie: strame.

Straminali. s. m. Ognuno di que’ pezzi di legno curvi che formano una parte della costa o membro della nave: staminale (Zan. Voc. Met.).

Straminamentu. s. m. Lo sparnazzare: sparnazzamento, sparniciamento, spagliucolìo.

Straminari. v. a. Sparpagliare qua e là le cose riunite o trovate insieme: sparnazzare, sparnicciare. || Darsi da fare mettendo sossopra ogni cosa: stramenare, rovistare. P. pass. straminatu: sparnazzato, sparnicciato. || Stramenato.

Straminchiuliari. v. intr. Veder una cosa per un’altra, aver le traveggole: travedere.

Straminchiunari. V. stramazzari.

Straminchiunatu. V. stramazzuni.

Straminìu. s. m. Lo sparnicciare: sparnacciamento. || Sciupo continuato: sciupinìo.

Strammaliari, Strammari. v. a. Disordinare, guastare: sconciare. || Storcere. || – l’occhi, travolger in qua e in là gli occhi: stralunare. || intr. L’incurvarsi nella larghezza che fa l’asse di legno non molto spesso e resistente: imbarcare, imbarcarsi, strambare (Fanf. Voc. d. u. Tosc.). || Non potere stare fermo in piedi, piegando dall’una e dall’altra parte: barcollare. || Per strammiari V. P. pass. strammatu: sconciato. || Storto. || Imbarcato.

Strammarìa. V. strammizza.

Strammiamentu. s. m. Il vaneggiare: vaneggiamento.

Strammiari. v. intr. Errare colla mente: vaneggiare. || att. Sconvolgere, disordinare, sconturbare: scompigliare. P. pass. strammiatu: vaneggiato. || Scompigliato.

Strammiata. s f. Il vaneggiare: vaneggiamento. || Scompiglio, confusione.

Strammizza. s. f. Sciocchezza, spropositone: strampaleria, strambità. || Atto o detto strano, capriccio pazzesco: strampalerìa, stranezza. || Imperizia, inettitudine.

Strammottu. s. m. Poesia solita cantarsi dagli amanti, per lo più in ottava rima: strambotto. || Quella poesia che i Toscani chiamano rispetto (Pitrè).

Strammu. add. Di uomo di poco giudizio: strambo. || Strano, stravagante: cervellino. || Mal fatto della persona: sbilenco, stralinco (Fanf. Voc. d. u. Tosc.). || Che opera alla grossa e male: ciarpiere. || Detto di cosa mal fatta, imperfetta. || T. legn. strammu d’intraguardu, dicesi di asse di legno segato, e messo in opera che s’alza dalle due cantonate, incurvandosi: imbiccato (Zan. Voc. Met.).

Strammuliddu. dim. di strammu.

Strammuni. accr. Stranaccio, strapazzone.

Stramòniu. s. m. Pianta che turba i sensi a chi me mangia: stramònio. Datura stramonium L.

Stranottu. Damiani ha: nè cu bonu, nè stramotti, forse intende dire: nè colle buone, nè colle cattive.

Strampallari, Strampaliari. v. intr. Essere strampalato. || V. strammiari.

Strampallatamenti. avv. Senza conclusione, senza nesso: stravagantemente.

Strampallatizzu. add. Mezzo strampalato.

Strampallatu. add. Stravagante, strano: strampalato.

Strampallatuni. accr. Strampalatone.

Stramuntari. V. tramuntari.

Stramutamentu. s. m. Il trasmutare: trasmutamento.

Stramutari. v. a. Variar l’ordine, il luogo, la forma di checchessia: trasmutare. || Per capuzziari V. (Scob.). P. pass. stramutatu: trasmutato.

Stranamenti. avv. Con istranezza: stranamente.

Strància. V. stravaganti (Caruso).

Stràncitu. (Spat.) add. Inusato, stravagante: strano. || Antiquato: ràncido, vieto (Pasq.) (da strangio, A. V. ital. per straniero, strano).

Straneru. V. straniu.

Stranghiari (A. modo avv. Lo strascinare che si fa in certo giuoco della trottola, cioè il trucciare fuori della linea.

Stràngiu. V. stràncitu (Veneziano).

Strangugghiaparrini. s. m. Sorta di gnocchi: strangolapreti.

Strangugghiari. v. a. Inghiottire, e met. sopportare, soffrire: trangugiare (D. B.).

Strangugghiu, Strangugghiuni. s. m. Malattia delle glandule del collo del cavallo: stranguglione. || Malattia in generale, ma non grave: stranguglione. || È anche esclamazione.

Strangulamentu. (Mal.) s. m. Lo strangolare e l’essere strangolato: strangolamento.

Strangulari. v. a. Uccidere soffocando, strozzare: strangolare. || met. Travagliare altrui, opprimere. P. pass. strangulatu: strangolato.

Stranguliari. V. strangulari. || fig. Stancare altrui menandolo troppo per le lunghe: fare storiare uno. || Per barcollare.

Strangùria. s. f. Espulsione d’orina a gocciola a gocciola, con dolore e prurito di orinare: strangùria.

Strangusciari. v. intr. Esser riempito di angoscia: trangosciarsi.

Strangùsciu. s. f. Grande afflizione d’animo: angoscia.

Stranìa (A la. posto avv. In paese straniero.

Straniari. v. a. Allontanare, alienare: straniare. || rifl. a. Allontanarsi, divenire straniero: straniarsi. P. pass. straniatu: straniato.

Stràniu. add. D’altra nazione: straniero, strànio. || Non del paese, della comune, ma nazionale: forestiero. || Non appartenente a quel