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Staciunari. v.a. Condurre a perfezione con voluto temperamento, o cottura se parlasi di vivanda: stagionare.

Staciunata. s. f. La stagione di estate: estatata, statata (Rigutini).

Staciunatizzu. add. Guasto alquanto per troppo tempo: stantìo.

Staciunatu. add. Detto di cose che col tempo si perfezionano: stagionato. || Detto di persona: invecchiato. || Di altre cose che perdono col tempo la loro bontà: stantìo.

Staciuni. V. staggiuni. || E ass. è usato spesso per estate.

Stadda. s. f. Stanza terrena dove si tengono le bestie: stalla. || Per sim. luogo sudicio: trojajo. || Si prende per gli animali stessi, cavalcature ecc.: stalla. || Prov. chiuiri la stadda, doppu chi scappa lu cavaddu, cercar il rimedio seguito il danno: serrar la stalla perduti i buoi.

Staddaggiu. s. m. Quel che si paga all’osteria, per l’alloggio delle bestie: stallaggio.

Staddari. v. intr. T gioc. Nel giuoco degli scacchi, è il non aver pezzo più da giocare, per esser chiuso (da staddu).

Staddata. s. f. Quante bestie contiene una stalla in una volta: stallata.

Staddazza. pegg. di stadda: stallaccia.

Stadderi. s. m. Famiglio che serve alla stalla: stalliere.

Staddìa. V. statìa.

Staddizzu. add. Di cavallo stato assai in istalla, senza essere adoperato: stallìo, stallivo.

Staddu. s. m T. gioc. Quando colui cui tocca giocare negli scacchi, ha il re fuori scacco, ma nol può giocare senza porlo in offesa, e non può muovere altro pezzo: stallo.

Stadduna. accr. di stadda. || Detto a donna di mala vita: bagascia.

Staddunaggiu. s. m. Quel che si paga per la monta.

Staddunarìa. s. f. Lascivia brutale, abbandonamento totale a diletti libidinosi: stallonaggine.

Staddunaru. s. m. Chi tiene o bada agli stalloni.

Staddunazzu, pegg. e accr. di stadduni: stallonaccio (in Firenze).

Stadduneddu. dim. di stadduni. || Giovinotto di buon osso e ben tarchiato: traccagnotto (Lori).

Stadduni. s. m. Bestia da cavalcare, destinata per montare e far razza: stallone. || Drudo. Suol dirsi a marito scelto da donna agiata non per altro che per diletto. || Uomo rotto a lascivia: stallone. || Per manciafrancu. || Uomo grosso, forzuto e ben pasciuto: bastracone. || In Alcamo dicesi per lievito (S. Salomone-Marino).

Staddunìa. s. f. Prezzo che si paga per la copritura della cavalla.

Stadduniari. v. intr. Far da stallone: stalloneggiare. || fig. Usare sfrenatamente con donna: stalloneggiare. || Per poltrire.

Stadduzza. dim. di stadda: stalluccia, stalletta.

Staffa. s. f. Strumento di ferro, pendente da una cigna della sella, nella quale mette il piede chi cavalca: staffa. || T. gioj. La forma composta di due pezzi in cui gli orefici, fanno i getti: staffa (Car. Voc. Met.). || Quel ferro che sostiene o rinforza checchessia: staffa, staffetta. || T. anat. Uno degli ossicini che compongono il meccanismo interno dell’orecchio: staffa. || Quelle strisce di roba, a piè de’ pantaloni, che servon a tenerli fissi, bassi: staffe, cignòli. || Ordigno da carrozza che si butta sotto una ruota, perchè essa nelle dispense non vada precipitosamente: martinicca. || perdiri la staffa, si dice quando a chi cavalca esce il piè dalla staffa: perder la staffa. E fig., impazzare, ingrullire: perder la staffa. || teniri lu pedi ’nta du’ staffi, fig., barcamenarsi astutamente fra due partiti: tener il piede in due staffe. || stari cu lu pedi alla staffa, pronto a partire.

Stafferi. s. m. Uomo che cammina a piedi accanto alla staffa del suo signore: staffiere. || Famigliare, servidore di principio o che: staffiere. || – cu la torcia, per ischerzo s’usa per dire niente o nessuno.

Staffermu. s. m. Segno, ovvero uomo di legno, ove vanno a ferire i giostratori: quintana, chintana. || stari a lu staffermu, costringer al dover chi vorrebbe sottrarsene.

Staffetta. dim. di staffa: staffetta. || Si dice di uomo che corre a cavallo speditamente a portar alcuna lettera o avviso: staffetta. || La striscia di cuojo a cui sta appesa la staffa: staffile. || V. staffa al § 5.

Stafficedda. dim. di staffa: staffetta.

Staffili. s. m. Striscia di cuojo o d’altro alla quale sta appiccata la staffa: staffile. || Sferza di cuojo, con che si percuote altrui: staffile.

Staffiliari. v. a. Percuotere collo staffile: staffilare.

Staffilata. s. f. Percossa di staffile: staffilata. || fig. Motto satirico, critica senza misericordia: staffilata.

Staffirazzu. pegg. di stafferi.

Staffireddu. dim. Piccolo staffiere, piccolo fante: fanticello, servitorino.

Staffirottu. s. m. Servo di mezzana età: valletto.

Staffuni. accr. di staffa: staffone.

Stafisagra. s. f. T. bot. Pianta buona ad uccider i pidocchi; ha lo stelo un braccio, peloso, con pochi rami; i fiori collo sprone corto, turchini in grappoli lunghi: stafisagra. Delphinum staphisagrie L.

Stagghiafocu. s. m. Ostacolo che si fa per non comunicarsi il fuoco nei campi circostanti, quando si brucian le stoppie.

Stagghiapassu. Nella frase iri a stagghiapassu, sorprender alcuno traversando per iscorciatoje onde tagliargli la via.

Stagghiari. v. intr. Cessare di gemere o versare: ristagnare. || intr. pass. Stagnarsi. || att. Fare stagnare, fare ristagnare. || Per terminare. || Interrompere per alcun tempo: intermettere. || T. eccl. Dar cominciamento alle ore canoniche, dato un segno colla campana. || Assegnare i limiti || Il separare dalle pecore gli agnellini che devono vendersi o scannarsi. Si dice anco per istaccar tessuti. In quest’ultimo senso sarebbe più vicino all’italiano stagliare che vale tagliar alla grossolana. || stagghiari lu parrari ad unu: troncargli le parole in bocca. || – li passi ad unu o la via, troncar-