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Spanizza. s. f.Qualità di ciò che è rado: radore, radezza.

Spannari. v. a. Allontanare. || Dileguare. || Aprire.

Spannenti. s. m. Acqua che avanza da pila o fonte e va a sgorgare ad altro sito (da spandere, spandente). || Buco della pila.

Spànniri. v. a. Spargere: spàndere. || Il versare de’ vasi quando per troppa pienezza traboccano: ridere. || spenniri e spanniri, spendere senza misura: spènder e spandere. || V. stenniri. || intr. Gocciolare, colare. || spànniri lana. V. sbattuliari. P. pass. spannutu: spanto ecc.

Spantari. V. scantari. || Maravigliarsi estremamente: spantare.

Spantaviddanarìa. s. f. Bravazzata, minaccia tanto per metter paura.

Spantaviddanu. V. spagnaceddi.

Spantu. add. Spaurito. || Maraviglioso, eccedente, pomposo: spanto.

Spanu. add. Contrario di fitto: rado. || Detto di uomo che abbia barba o capelli radi: spelacchiato. || Prov. diu nni scanzi d’omu spanu e di fimmina varvuta, è uno de’ tanti pregiudizii per cui si crederebbe tristo l’uomo di poca barba, e la donna barbuta (Gr. σπανός: rado).

Spanuliddu. add. dim. Alquanto rado.

Spanzari. v. intr. Il gonfiarsi dei muri da una parte e uscire dalla loro dirittura: far corpo.

Spanzatu. add. Senza pancia, cioè sottile, di poca pancia.

Spaparari. V. sbapurari. || Avviarsi solo.

Spapozzu. V. scapozzu. || add. p. e. vita spapozza, disperata, senza mezzi.

Sparaceddu. s. m. T. bot. Varietà de’ cavoli, che nello inverno dà fuori polloni e talli terminati in fiocco: cavolo verde o a bròccoli.

Sparaciaru. s. m. Venditore di sparagi: sparagiajo.

Sparacinu. add. Magro, sottile: mingherlino.

Spàraciu. s. m. T bot. Pianta nota, di cui i talli son buoni a mangiare: sparagio. Asparagus officinalis L. || Per celia si dice a soldato, quasi derivi dal verbo sparare. || – di tronu, o di spagna, pianta perenne, le sommità della quale son buone a mangiare: alloro alessandrino. Ruscus hypophyllum L. || – niuru, sparagio nero. Asparagus acutifolius.

Sparaciunazzu. add. Ad uomo disutilaccio: baccellone, bacchillone, sparagione.

Sparaciuni. accr. Sparagione.

Sparacogna. V. sparagogna.

Sparadrappu. s. m. Tela imbevuta di unguento liquefatto, o spalmata in una delle sue superficie con un lieve strato di cerotto, serve per tappar ferite e simili: sparadrappo.

Sparagghiuni. s. m. T. zool. Pesce del genere dello sparo, che dimora nel Mediterraneo, ha le labbra semplici, i denti anteriori grossi, i molari fitti ed ottusi, il corpo ovale.

Sparaggiari. v. a. Scompagnare, disunir cose appajate: dispajare. || Diffalcare, sottrarre.

Sparaggiatu. add. Da dispajare: dispajato. || Scemato, mancante di una parte: diminuito. || Singolare, senza pari. || Diverso, che non fa accompagnamento: scambiato. || Dicesi di due cose che dovrebbero essere di forma eguale tra loro, e non sono: scompagnato.

Sparàggiu. add. Non pari, disuguale: dispari.

Sparagnamentu. s. m. Il risparmiare: risparmiamento.

Sparagnari. v. a. Astenersi dall’usare checchessia, o usarla parcamente e con riguardo: risparmiare, sparagnare. || intr. ass. Astenersi dalle soverchie spese: risparmiare. || sparagnarila ad unu, perdonargli: risparmiarla ad alcuno. || Prov. in giuvintù bisogna sparagnari zoccu pri la vicchiaia pò arrivari: chi la mattina mangia il tutto, la sera canta il cucco. P. pass. sparagnatu: risparmiato.

Sparagnata. V. sparagnamentu.

Sparagnatureddu. dim. di sparagnaturi.

Sparagnaturi –tura –trici. verb. Che risparmia: risparmiatore –trice. || Avaro: squartapiccioli.

Sparagneddu. dim. di sparagnu.

Sparagnu. s. m. L’usare con giusta moderazione o l’astenersi affatto da checchessia: risparmio, sparagno. || Prov. a tutti sapi bonu lu sparagnu, è chiaro. || di lu sparagnu accumenza lu guadagnu, ovvero lu sparagnu è lu primu guadagnu: lo sparagno è il primo guadagno. || cu’ pri sparagnu vesti tintu pannu, si vesti dui voti l’annu: chi più spende meno spende.

Sparagogna. s. f. Sparagio, sermentoso di frondi perpetue: sparaghella, palazzo di lepre.

Sparapaddi. V. scupittuni.

Sparapàulu. Abietto e senza mezzi: tritone, miserione (Nerucci ), spelacchiato. || Gaglioffo, abjetto: cialtrone. || Intrigante, che si dà da fare per tutto: ciaccione.

Sparari. v. a. Scaricar l’arma da fuoco: sparare. || Contrario di parare, di tendere, p. e. sparari li riti e simile: stendere le reti. || Tor via i paramenti: sparare. || Scagliare: sparare. || Si dice del cavallo che tira calci a coppia: sparare. || Cominciar a nascere: spuntare. || Detto de’ fiori: sbocciare. || Detto delle piante in generale: scoppiare, pullulare. || sparari a chianciri: prorompere in pianto. || sparari ’ntall’aria, fig., indovinare per l’appunto: darvi dentro. Vale anche, non lasciare sfuggire l’occasione. E anche sventar i disegni altrui. || spara a cu’ vitti e ’nzerta a cu’ nun vitti, modo prov., per dire un esito inaspettato o contrario a ciò che si volea. P. pass. sparatu: sparato.

Sparata. s. f. L’azione dello sparare: sparo. || Scaricazione di più arme da fuoco insieme: sparata. || Vantamento: sparata. || Rampogna, il levarsi contro alcuno, rabbuffo: intemerata, scappata. || Atto strano e improvviso: scatto.

Sparatedda. dim. di sparata.

Sparatina. V. sparata.

Sparaturi. verb. Che spara bene: sparatore. || Per saittera V.

Spargimentu. s. m. Lo spargere: spargimento.

Spàrgiri. v. a. Versare, gettare o mandar in più parti: spàrgere. || Divulgare: spargere. || spargiri lu sangu pri ’na pirsuna, fig., amarla svisceratamente, e impegnarsi a prò di lui anco a costo della vita: spararsi per alcuno. P. pass. spargiutu o sparsu: sparso.

Spargìricu. add. e sost. Iniziato alla spargirica ossia alla chimica: spargirico.

Spariari. V. spairi.